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Festival Roma - IL VOLTO DI UN'ALTRA in Concorso!


Pappi Corsicato mette insieme un'accozzaglia di argomenti e situazioni che insieme non fanno l'ombra di un film. Uscirà mai in sala?


Festival Roma - IL VOLTO DI UN'ALTRA in Concorso!
Una scena di "Il Volto di un'altra"
Forse una speranza c'è. Forse con "Il volto di un'altra", secondo film italiano in Concorso al Festival di Roma, il cinema italiano ha toccato il fondo dell'anno più nero che si ricordi.

La prima cosa che viene in mente, guardando il film di Pappi Corsicato, è che è stato sottoposto alla visione di giurati stranieri, in rappresentaza del nostro cinema; e la prima sensazione è di vergogna. Non consideriamo i selezionatori, sempre in balia di produzioni, distribuzioni e dei "poteri forti". Ma che considerazione possono avere di noi, del cinema che ci rappresenta, se, addirittura in Concorso, si propongono film come questo.

Il "Volto di un'altra" non ha nulla dei film graffianti, geniali, innovativi che Corsicato ci aveva abituato a vedere. Questo è un film senza senso che denuncia il diffuso e stupido ricorso alla chirurgia estetica; con il consueto ritardo anche rispetto alla tv dove reality, serial made in Usa e molto altro (cinema spagnolo?) hanno da tempo inquadrato l'argomento in chiave critica. Ora arriviamo noi. Capaci solo a spremere il Mibac e le Film Commission (e l'Europa) per mettere in piedi produzioni utili solo a far circolare qualche soldo. Ai film, alla qualità della sceneggiatura, alle idee del regista nessuno fa più caso, come se ci fosse una sorta di rassegnazione o una gara perversa tra chi riesce a piacere meno al pubblico, a stare meno in sala, ad incassare una miseria, buttando dalla finestra i soldi pubblici serviti per finanziare il film.

Basta! Ora si rifacciano daccapo le commissioni che erogano i fondi, con persone di provata esperienza cinematografica, capaci di leggere una sceneggiatura, di capire le potenzialità di un progetto, di dire qualche no ai soliti questuanti col "nome" che usano il Ministero, Raicinema le Regioni come un bancomat.

Parlare del film è inutile. Forse non lo vedrete mai, anche se l'uscita è annunciata per il 13 febbraio, perché ad occuparsi della distribuzione è Officine UBU. Officine UBU! Una piccola casa che fatica a far uscire film interessanti, figuriamoci questo.

Comunque l'obiettivo di raccogliere i soldi (nostri) per andare avanti un altro anno è stato raggiunto. Che il film sia impresentabile non conta. Complimenti.

P.s. Nulla contro la Distribuzione Officine UBU, meritevole di portare nelle sale pellicole interessanti e di valore artistico e culturale. La valutazione è sull'impostazione del film, che per l'aspetto molto "commerciale" sarebbe stato più logico veder distribuito, magari in 300 copie, da 01 (...è anche co prodotto da Rai Cinema) o da Medusa.

12/11/2012, 13:13

Stefano Amadio