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Note di regia di "Non ci indurre in tentazione"


Note di regia di
“Lavorare con molto o poco budget è la stessa cosa. È tutta questione di saper raccontare una storia.” Così dice il grande regista americano John Carpenter, che ha fatto dei film a basso budget delle vere e proprie pietre miliari nella storia del Cinema. E con questo monito mi sono mosso anch’io, all’età di 21 anni per dare vita al mio primo lungometraggio come regista, NON CI INDURRE IN TENTAZIONE. Avere pochi soldi è sempre stato un limite, ma allo stesso tempo un vantaggio: fare di necessità, virtù. Io e Lorenzo Berti (sceneggiatore e attore protagonista) ci siamo mossi con la stesura delle prime pagine di soggetto sapendo quanti e quali mezzi economici e non potevamo avere a disposizione, e in base a ciò abbiamo scritto la nostra storia: un limite, perché non potevamo sbizzarrirci più di tanto, un vantaggio, perché eravamo costantemente stimolati a trovare la perfezione nel poco e nel povero, nuove strade, nuove idee.

Alla fine l’idea stilistica che sta dietro a NON CI INDURRE IN TENTAZIONE, e alla quale mi sono ispirato, e che ho fatto mia, è quella dei cosiddetti film “da camera”, che erano propri anche del regista svedese Ingmar Bergman: pellicole caratterizzate da pochissime location e altrettanti personaggi: nel caso del mio film, una casa e due personaggi, interpretati dallo stesso attore. Con altri elementi poi che contribuiscono ad arricchire le vicende e la trama dell’opera. Bergman è stato il mio massimo punto di riferimento, sia nello stile registico, che di scrittura, ma anche da un punto di vista di direzione dell’attore e della relativa interpretazione, e per quanto riguarda idee scenografiche, fotografiche, ecc… A lui si aggiungono altre fonti d’ispirazione, come Gus Van Sant, Hitchcock, Kubrick, e anche Nolan, e il sempre presente Steven Spielberg.

Un film minimale, spoglio e contraddistinto da una messa in scena sobria visivamente, ma colma di idee, simboli e risvolti psicologici: in un crescendo di tensione che porta ad una parte finale più concitata e tesa.

N. Santi Amantini