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BENVENUTO PRESIDENTE! - Claudio Bisio Capo dello Stato


"Abbiamo cominciato a parlare del film quando Beppe Grillo era solo un collega" con questa frase Bisio sottolinea l'involontaria similitudine con l'attualità. Casa farebbe un onesto cittadino eletto per caso Presidente? Piazza pulita è la risposta più probabile vista il malcontento generale. Nel cast molti attori di qualità un po' fuori controllo rispetto a un'idea di commedia italiana sociale e di denuncia


BENVENUTO PRESIDENTE! - Claudio Bisio Capo dello Stato
Kasia Smutniak e Claudio Bisio al Quirinale
Profetico il nuovo film di Riccardo Milani. Uno sguardo un po' populista ma indovinato sulla situazione della politica e del nostro paese, che rispecchia un malcontento verso la classe dirigente mostrandola quale è: di pessima qualità. Argomenti semplici ma di facile appeal, capaci di raccogliere l'attenzione anche di coloro che se ne sono sempre fregati della politica e ora sono tra i primi ad impugnare la bandiera della pulizia dando semplicemente a tutti i politici, indistintamente, la colpa di ogni disgrazia.

"Benvenuto Presidente!", scritto da Fabio Bonifacci, non è una commedia ma una farsa, come ha detto Claudio Bisio nella conferenza stampa, confermando la sensazione di deriva che la commedia ha preso negli ultimi tempi (tranne qualche raro caso). Un susseguirsi di scene paradossali e improbabili, personaggi macchietta, gag telefonate o già viste, situazioni prevedibili o improbabili che si susseguono su un filo narrativo sottilissimo.

Mentre nella realtà Roma è invasa da manifesti di Alberto Sordi che sottolinea la necessità di essere seri per far ridere, personaggi e interpreti di "Benvenuto Presidente!" scivolano troppo spesso nel ridicolo enfatizzando situazioni e battute. Claudio Bisio, pensando di essere simpatico, riesce a fare una smorfia anche nella fotografia che lo ritrae in veste di Presidente della Repubblica, dimentico che il cinema non è la televisione. Sensazione che dà anche la regia di Milani, più vicina a "Tutti pazzi per Amore" che ai riusciti film "La Guerra degli Antò" o "Il posto dell'Anima"; al cinema non serve sottolineare tutto come si usa per il pubblico delle tv commerciali.

Rimane un mistero come i nostri sceneggiatori e produttori, che sicuramente non hanno perso di colpo la loro professionalità, siano sempre meno interessati a costruire e produrre storie compiute, originali e degne di essere messe su pellicola e di appartenere a un cinema glorioso come quello italiano.

13/03/2013, 15:29

Stefano Amadio