Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
!Xš‚‰

L'ULTIMA TROVATA - Trent'anni di cinema senza Elio Petri


Diego Mondella pubblica per Pendragon un libro sul regista scomparso il 10 novembre 1982


L'ULTIMA TROVATA - Trent'anni di cinema senza Elio Petri
"Elio Petri aveva una cifra che a me piace moltissimo, una cifra che oscilla continuamente tra l’espressionismo e il tentativo di fare uscire il cinema dalla palude del reale muovendo verso l’immaginario. Quelle fatte da Petri, sono sempre delle importanti esperienze; è l’autore che ha osato di più e che probabilmente ha pagato anche dei prezzi alti, perché osare è difficilissimo sempre…".

Si apre con queste parole dette da Gian Maria Volonté il volume "L'Ultima Trovata. Trent'anni di Cinema senza Elio Petri" curato Diego Mondella (edizioni Pendragon): il regista viene definito "ingiustamente dimenticato dalla critica", autore negli anni Sessanta e Settanta di alcuni tra i capolavori del "cinema politico", come Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La classe operaia va in paradiso, Todo modo, vincendo un Oscar e una Palma d'oro.

Il libro, impreziosito dall'immagine di copertina opera di Mimmo Paladino, si avvale dell'apporto di numerosi critici ed esperti: la prima parte si concentra su "L'omaggio: Petri moderno", la seconda su "La sfida: Petri contemporaneo", nella terza invece si dà spazio a chi lo ha conosciuto e amato (Gianni Amelio, Marina Cicogna, Luigi Diberti, Roberto Faenza, Tonino Guerra, Carlo Lizzani, Mariangela Melato, Giuliano Montaldo, Ferzan Ozpetek e Marco Risi). Senza dimenticare la conversazione tra Petri e Dacia Maraini, una breve antologia di sue citazioni e - per finire - le fondamentali filmografia e bibliografia.

Dalla quarta di copertina: Non è mai troppo tardi per restituire ad un artista il posto che gli spetta di diritto. Non è mai troppo tardi per sottrarlo al silenzio in cui è stato a torto relegato. L'importante è continuare a parlarne, a far circolare le sue opere. Sempre e comunque. E non ci riferiamo soltanto alle immagini, nel caso di Petri, graffianti e portentose. Ma anche ai suoi testi di critica, alle sue lettere più "incendiarie", ai soggetti mai realizzati. Tutti scritti da riscoprire e, soprattutto, da riportare alla luce, perché tutti a modo loro espressione di un pensiero. Lucido, rigoroso, appassionato. Profetico. Prefazione di Walter Veltroni.

22/03/2013, 18:44

Carlo Griseri