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CONSUELO CATUCCI - "Il montaggio richiede una grande passione"


"E’ una professione bellissima, passo moltissimo tempo da sola al buio ad inseguire le mie fantasie": così la montatrice descrive la sua professione.


CONSUELO CATUCCI -
Consuelo Catucci, romana, al Busto Arsizio FilmFestival 2013 ha ricevuto il premio Paglini per il miglior montaggio del film "Itaker" di Toni Trupia, prodotto da Michele Placido. Un riconoscimento che corona una lunga carriera che l’ha portata a collaborare con importanti nomi del cinema italiano, tra i quali, oltre a Michele Placido, Giuliano Montaldo

Come hai deciso di dedicarti al montaggio?
Consuelo Catucci: Studiavo medicina, ero arrivata al quarto anno e avevo molti amici che frequentavano il centro sperimentale di cinematografia. Mi ero appassionata al cinema , ho scoperto per caso chi era il montatore, colui che ha la possibilità di raccontare le storie in un modo diverso e avevo notato che il montaggio era l’unico momento riflessivo di tutto il processo. Mentre si gira e durante la produzione si lavora con una frenesia pazzesca, il montaggio permette di ripensare al lavoro svolto. E’ l’unica bolla di calma, dove si lavora in una dimensione di creatività e si può respirare quello che si sta facendo.

Come hai iniziato?
Consuelo Catucci: Un po’ come Grisù quando voleva fare il pompiere. Mi ero presa un anno sabbatico dall’università e ho preso in prestito i libri dei miei amici che studiavano cinema per studiarli. Era il momento del passaggio tra pellicola e l’avid. Ho contattato gli americani che lo distribuivano e ho frequentato un corso presso di loro. In breve tempo mi sono trovata ed essere una delle prime a saperlo usare e venivo richiesta nei vari studi. Nello stesso tempo ho deciso di lasciare medicina e iscrivermi al Centro Sperimentale.

E i tuoi primi montaggi?
Consuelo Catucci: Sono stati spot pubblicitari. Il primo film un’opera indipendente americana, ma il più importante "H2Odio" di Alex Infascelli.

Com’è stato montare Itaker, che ti ha fruttato questo premio al BAFF?
Consuelo Catucci: Con Michele Plcido avevo già montato tre film, "Il grande sogno," "Vallanzasca - Gli angeli del male" e "Il cecchino". Come produttore è venuto in sala montaggio ma ha lasciato molto spazio al regista Toni Trupia. Si è limitato e fornirci alcuni commenti molto preziosi. Ha avuto la capacità di rispettare la nostra autonomia.

Dove monti?
Consuelo Catucci: Sia a casa mia dove ho uno studio, sia negli studi e a volte vado dove mi chiamano con la mia attrezzatura portatile. Praticamente ho montato ovunque.

E’ una professione che consigli?
Consuelo Catucci: Richiede un’enorme passione perché coincide con una scelta di vita. E’ totalizzante, ci sono momenti in cui non esiste più la tua vita ma solo il film che stai montando. Sei preso da una vena artistico – creativa da cui non ti puoi sottrarre. E’ una professione bellissima, si passa moltissimo tempo da sola al buio ad inseguire le tue fantasie.

C’è contatto tra colleghi?
Consuelo Catucci: E’ un lavoro individuale, però quando ci si conosce in genere si diventa molto amici come è avvenuto con Walter Fasano e Mirco Garrone. Tutti i montatori hanno una vena bislacca che ci fa diventare subito amici.

21/04/2013, 13:30

Ambretta Sampietro