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Note di regia della web serie "Run Away"


Note di regia della web serie
Realizzare Run Away, è stato un po’ come gettarsi in mare da un dirupo. Un gesto effettuato con la consapevolezza dei rischi, ma condotto, probabilmente, dalla necessità di mettersi in gioco e dalla semplice ricerca di nuove sensazioni. Perché è così che avviene una volta essersi lanciati in aria, si precipita dentro una marea di emozioni, e una volta giunti in acqua, dopo essere risaliti in superficie, c’è solo un pensiero che ti resta fisso in testa. La voglia di tuffarsi ancora.

C’è voluto più di un anno per passare da un’idea astratta, alla serie così com’è adesso. Un anno trascorso a cercare informazioni attraverso libri, film e videogiochi. Ricercando i processi psichici che portano alla rimozione, la paura, l’abbandono, fino alla fuga da se stessi, dalle proprie responsabilità e dalla vita.

Inizialmente qualcuno ha pensato comprensibilmente, che si trattasse di un progetto troppo ambizioso, non c’erano soldi per realizzarlo, e non avevamo i mezzi necessari. Così abbiamo pensato di coinvolgere una serie di giovani professionisti, con ottime capacità e disposti a intraprendere una nuova esperienza, riuscendo a formare una troupe di ragazzi sotto i trent’anni.

Poi grazie alla forza della sceneggiatura, siamo riusciti a convincere un cast inizialmente inimmaginabile, composto da artisti che sin dal primo momento ho ritenuto ideali per la nostra serie, e ringrazio ancora tutto il cast, compreso chi per la prima volta si esibito di fronte ad una telecamera, come Jenny Palmisano, Vincenzo Vena, Francesco Tranchina, Martina Natale e il piccolo Emmanuel Guagenti.

La nostra fortuna è stata, soprattutto, la possibilità di sfruttare una location magica, come quella dell’isola di Ustica, dove abbiamo vissuto tutti quanti per oltre un mese. Ed è grazie anche all’aiuto dei titolari della 2F Cinerent e alla concessione gratuita dei locali da parte del Comune di Ustica, se questo nostro progetto non sembrava più solamente un sogno.
Così, senza lasciarsi scoraggiare da un budget estremamente ridotto per una produzione cinematografica, un gruppo di giovani professionisti si è unito con l’idea di fare cinema, creando l’entusiasmo tra gli abitanti di Ustica, che a sua volta hanno partecipato attivamente al progetto.

E proprio dalle spiagge di quest’isola è cominciata la nostra avventura e l’avventura di Jonathan, un personaggio controverso quanto, oserei dire, diverso dai classici stereotipi utilizzati per questo genere di film. L’interpretazione di Alberto Baraghini, unita all’idea originaria del personaggio, ha creato degli aspetti nuovi e interessanti nel modo di essere di Jonathan, aspetti che a volte entrano in contrasto con le proprie attitudini, così come richiesto dalla storia, ma che nel particolare hanno rafforzato la reale identità del protagonista.

Una nota di merito in particolare va sicuramente ai miei genitori, Aldo cannella e Delfina Natale che mi hanno sempre sostenuto, moralmente ed economicamente, anche nei momenti difficili e senza i quali, questa serie, non sarebbe mai esistita.

Riccardo Cannella