Sembra una favola, e forse lo è. Nel 2009 due giovani registi italiani,
Vito Palumbo e Roberto De Feo, girano insieme un cortometraggio, "Ice Scream" (protagonista lo sfortunato attore
Damiano Russo). Premi e partecipazioni ai festival di tutto il mondo, e un giorno la chiamata da
Hollywood per trasformare - primi italiani a riuscire in questo - il loro corto in un film. Ce ne parla (a nome anche del suo collega) Vito Palumbo.
Tutto nasce da un corto del 2009, un piccolo lavoro girato a Bari. E' stato il vostro esordio "insieme"?
Vito Palumbo: Il nostro percorso insieme inizia in modo quasi naturale. Ci siamo conosciuti davvero in modo casuale e abbiamo sentito forti fin da subito le differenze tra noi dal punto di vista estetico/formativo.
Io sono sempre stato attratto dal cinema autoriale, dalle storie profonde e introspettive mentre Roberto dalla spettacolarizzazione, dall'aspetto più ludico e accattivante del grande schermo. Pian piano abbiamo scoperto che questa sarebbe potuta essere una ricchezza reciproca e che insieme, due sognatori incalliti come noi, potevano essere più forti.
Ice Scream è nato durante un workshop di scrittura organizzato da Apulia Film Commission al quale Roberto De Feo partecipò.
Durante il seminario gli capitò di leggere poche righe di una notizia di cronaca che il televideo passava distrattamente. La notizia colpì l'immaginario perverso di Roberto che cominciò a buttare giù un soggetto poi sviluppato con un ragazzo conosciuto durante lo stesso workshop (Dario Sardelli).
In seguito Roberto mi contattò avendo una prima bozza di sceneggiatura e mi propose di tentare una co-regia (in passato ci avevamo provato diverse volte senza concretizzare molto) e così fu. A me la storia piacque subito pur cogliendone l'enorme rischio: non essere considerati nella nostra nazione. Per fortuna poi alla fine, pur essendoci indirizzati da subito al mercato internazionale, non è andata male nemmeno in Italia.
La divisione del nostro lavoro è solo teorica. Tutte le scelte le pianifichiamo insieme e poi sul set di solito io lavoro con gli attori e lui segue gli aspetti più tecnici, ma capita molto spesso che si ribaltino le divisioni.
Durante la lavorazione del film ci è spesso capitato di dividerci costituendo due vere e proprie unità che ci hanno permesso di snellire alcune giornate di lavoro particolarmente ardue (per usare un eufemismo).
Quel corto vi ha portato a Hollywood: come ci siete arrivati?
Vito Palumbo: Gli States sono stati una tappa pianificata ancor prima di cominciare a girare questo corto.
Sapevamo che questo film sarebbe stato apprezzato molto Oltreoceano. Non appena terminata la post-produzione, Roberto si è subito preoccupato di distribuire a tappeto il corto in giro per tutti i festival 'stelle e strisce' a partire da quelli del circuito degli Oscar.
La tappa che ci ha cambiato la vita è stata quella del
Beverly Hills Film Festival dove abbiamo conosciuto Alexia Melocchi, poi diventata la nostra manager. È con lei che abbiamo preso la decisione di provare a trasformare il corto in un lungometraggio.
Dopo un lungo e complesso lavoro di adattamento e trasposizione Alexia ha cominciato a far girare lo script tra i più importanti produttori di Hollywood fino ad arrivare a Christian Halsey Solomon che aveva in passato girato
American Psycho.
Lo stile del nostro film e le atmosfere gli sono sembrate una naturale prosecuzione del suo percorso e non ha saputo (fortuna nostra) dire di no, accettando di mettere in produzione
Ice Scream.
Altre tappe fondamentali sono state sicuramente, soprattutto per l'aspetto emotivo, Barcellona, Milano, Venezia, Nashville.
Il lungo è diretto da voi con la produzione di Solomon, e con un cast molto interessante. Quali sono stati i passi in questo senso? Quanta libertà avete avuto?
Vito Palumbo: Ricordo come fosse ieri le parole di Christian Halsey Solomon durante una riunione di lavoro in una splendida piscina (ebbene sì, negli States si lavora anche così): “Ragazzi, io
voglio esattamente che rifacciate quello che avete fatto con il corto e se l'avete fatto allora perché non dovreste essere in grado di rifarlo adesso su scala maggiore?”.
Tutti si sono fidati ciecamente di noi da subito e ci hanno messo in mano una macchina produttiva fatta di professionalità che ci ha fatto venire i brividi.
Trasferitici a Los Angeles ci hanno messo a disposizione un ufficio a Hollywood negli edifici della Warner Bros attorniandoci di uno staff di ragazzi fantastici che non hanno mai smesso di fidarsi di noi e del nostro operato.
Abbiamo cominciato i casting con Ferne Cassel (casting director del pluripremiato capolavoro
Monster) e visionato decine di attori incredibili; abbiamo girato la California in lungo e in largo alla ricerca delle location più adatte al film.
Nessuno ci ha mai fatto sentire dei fortunati, nessuno ci ha mai guardato dall'alto della propria esperienza.
Il film è in post-produzione: quali sono ora le tempistiche?
Vito Palumbo: Ora siamo in partenza per Roma dove stiamo ultimando le musiche del film e a luglio voliamo negli States per terminare la post produzione.
Ci auguriamo che il film possa uscire negli States entro fine anno, ma ora è tutto nelle mani della produzione.
Noi intanto continuiamo a lavorare ai prossimi passi della nostra carriera; questo è un mestiere in cui non puoi e non ti vuoi fermare nemmeno un attimo.
13/05/2013, 15:00
Carlo Griseri