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Chiude l'Acquedolci Independent Film Festival?


Chiude l'Acquedolci Independent Film Festival?
Non si svolgerà ad Acquedolci l’AIFF, concorso internazionale per cortometraggi indipendenti tra i più popolari sul web e certificato Top Video da Tutto Digitale per cinque anni consecutivi. La determinazione è il risultato di una tanto puntuale quanto imprescindibile analisi dei presupposti di fattibilità: non sussistono le condizioni minimali idonee a sostenere lo sviluppo che il progetto prepotentemente – e naturalmente – esige. Non solo: iarumasami (all’anagrafe Antonio Giuseppe Valenti), per sei anni Direttore Artistico “zero budget” del Festival dimessosi alla fine di AIFF ~ The Final Sight 2012, non ha potuto fare a meno di registrare – e denunciare – l’inadeguatezza e, in alcuni casi, la totale assenza di un tanto auspicato sostegno dell’evento da parte degli attori istituzionali operanti a tutti i livelli (Comune, Provincia, Regione, Stato), con la conseguente decisione di non proseguire nell’organizzazione di ulteriori edizioni del Festival nel comune nebroideo.

Dunque l’AIFF chiude i battenti. Dopo sei anni di lavoro intenso e cinque edizioni indimenticabili, il Festival ripone nel cassetto l’ultimo foglio di carta bollata, affidando ad una lettera del suo ex Direttore Artistico il ritorno alla dimensione che l’ha generato e che più d’ogni altra gli appartiene: la visione, il sogno ed insieme, da oggi, la memoria.

"Sul Festival dell’indipendenza" – si legge nello scritto di iarumasami – "per l’ultima volta il sipario si abbassa. A logico compimento di una parabola intellettuale germogliata in Sicilia nel 2007, con la medesima prepotente forza che l’ha visto nascere oggi l’AIFF implode, fagocita se stesso, fissandosi ineluttabilmente nella memoria di chi, come me, lo ha amato come fosse un figlio che crescendo si fa sempre più bello. E poiché domani sarebbe troppo tardi, oggi è inevitabile che parta questo figlio, lasci la terra natia per non soccomberle domani, per non morirvi miseramente, sfatto e consunto dal penare cui ogni compromesso fatalmente si accompagna.
Vi sono notti in cui l’avvenire si abolisce, e di tutti i suoi momenti sussiste soltanto quello che sceglieremo per non più essere”: in piena armonia con l’idea cioraniana, nell’annientarsi l’AIFF si affranca dalle miserie e sublima la propria libertà, esaltata dalla bivalente conquista della conservazione della propria intima indipendenza, che permarrà nel tempo a venire come dato certo ed immodificabile e, nondimeno, della coscienza di non essere finito per volontà né mano altrui.
Non mi è stato possibile, in questi anni, non accorgermi della insufficienza non tanto di fondi, quanto di sentimenti, che ha accompagnato la crescita del Festival, una insufficienza che io addebito in via esclusiva colpevolmente a chi, viceversa, avrebbe dovuto esternare concretamente il più ragionevole e naturale interesse allo sviluppo dell’evento. Una insufficienza che oggi, per me, equivale senz’altro ad irreversibile bocciatura
".

In altra occasioneprosegue iarumasami – "ho avuto modo di evidenziare come già da qualche anno coltivassi l’ambizione che il codice “Acquedolci” potesse raggiungere una riconoscibilità internazionale e, per il tramite dell’AIFF e della sua vitalità, potesse assurgere alla catalogazione concettuale di catalizzatore emozionale, un visionario altrove o, se si preferisce, un affascinante buen retiro ove si potesse giungere attratti dal richiamo del cinema d’autore e qui smarrirsi in visioni d’immagini, paesaggi, colori, tradizioni. In tale ottica il Festival – nato nel 2007 da una conversazione con il mio amico Francesco Sciambarella – sin dal suo esordio ha puntato ad accogliere registi, giornalisti, osservatori, buyers, finanziatori, produttori e distributori cinematografici, dando loro l’opportunità di scoprire Acquedolci e, più in generale, la Sicilia e l’Italia, nonché tutte le potenzialità che il territorio può offrire in termini di investimento ed opportunità. Tali idee, evidentemente, non hanno incontrato la condivisione tanto lungamente auspicata, né il supporto di quelle misure di sostegno che soltanto possono provenire da una strategia amministrativa della cosa pubblica attuata secondo principi di lungimiranza negli investimenti e sensibilità imprenditoriale.
Se, da un canto, non escludo la possibilità futura di trasferire l’esperienza dell’AIFF, opportunamente rimodulata, ad altro territorio in grado di condividere e valorizzare dignitosamente un evento di questa portata, d’altra parte oggi ho la certezza che la realtà locale di Acquedolci non abbia sostanzialmente compreso l’importanza dell’opportunità di poter esaltare la propria identità e potersi affermare, nel tempo, quale luogo d’incontro e confronto per gli operatori del mercato cinematografico internazionale e, per il suo tramite, come prestigioso ed accattivante polo di attrazione turistica. Non sono dunque bastate 1.254 opere iscritte, insufficienti gli oltre 60 Paesi partecipanti, inadeguato un sito web ufficiale di 3.000 pagine realizzato a costo zero e visitato da più di 100.000 utenti; così come insignificanti, probabilmente, sono apparsi gli attestati di apprezzamento tributati, nel tempo, da partner di provata autorevolezza
".

"Attraverso questa lettera" – conclude il Direttore Artistico – "desidero ringraziare, uno per uno, quanti sono stati parte dell’AIFF, tutti coloro che, in varia misura e a vario titolo, hanno creduto nella vertigine, nella deriva di realtà che l’AIFF ha rappresentato. E in una occasione irripetibile che Acquedolci, invece, ha irrimediabilmente sprecato".

18/05/2013, 20:15