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LOVEBIRDS - L'amore proibito in India


LOVEBIRDS - L'amore proibito in India
A Delhi un gruppo di volontari offre rifugio e supporto legale alle coppie che decidono di sposarsi senza il consenso delle loro famiglie. Sono i Love Commandos ed aiutano i cosiddetti lovebirds, gli amanti ribelli.

Prodotto da Insana e Wendy con la collaborazione di Rai Tre, "Lovebirds" di Gianpaolo Bigoli entra nella società moderna indiana con le sue contraddizioni e le sue antiche usanze delle caste.

Spesso questi giovani sono costretti a fuggire dalla famiglia e a vivere in clandestinità, perchè in India vige ancora la legge del “delitto d’onore” e la polizia e le famiglie sembrano accettare questa usanza brutale.

Gianpaolo Bigoli con una leggera 5D ed uno stile molto asciutto riesce ad entrare nelle stanze buie dove si nascondono gli amanti ribelli. Takur, Kashyad, Sanjay, Karunesh sono i personaggi di questi drammi, e il film sta molto sui volti, sugli occhi, sulla sofferenza palese di queste coppie costrette a vivere in clandestinità.

Solo in India gli omicidi di onore sono più di mille l’anno e l’unico modo per impedire questa strage è di creare delle associazioni che facciano da intermediazione tra le famiglie e le vittime. Karunesh per esempio ha sposato la figlia di un politico importante ed è stato minacciato dalla famiglia di lei. E’ proprio sul personaggio di Karunesh che si concentra più spesso l’occhio attento di Bigoli, un ragazzo che non vede la sua donna da quattro anni, perchè la famiglia ha fatto un istanza di divorzio e si dovranno trovare in tribunale uno contro l’altro.

Il messaggio del documentario "Lovebirds" è chiaro: la cultura dell’amore deve prevalere, al di là delle differenze sociali e delle divisioni in caste. Il regista dopo le prime interviste è andato a ritrovare le coppie a distanza di un anno per vedere l’evoluzione della situazione. Molte coppie hanno riconosciuto l’approvazione legale del matrimonio, altre continuano a vivere nell’inferno della persecuzione e non sembra esserci soluzione.

31/05/2013, 18:53

Duccio Ricciardelli