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P.O.E. Poetry of Eerie - L'horror italiano visita Poe


Otto storie dello scrittore statunitense, maestro dell'orrore. Nelle sale del circuito Cinema Indipendente da venerdì 7 giugno e poi on demand su ownair.it


P.O.E. Poetry of Eerie - L'horror italiano visita Poe
Un'immagine di "P.O.E. Poetry of Eerie"
Distribuzione Indipendente arriva all'horror. Ultimo film del cartellone stagionale, "P.O.E. Poetry of Eerie", è un film a episodi tratto, come dice il titolo, dai racconti di Edgar Allan Poe. Otto episodi per altrettanti registi che hanno provato a confrontarsi con lo scrittore forse più difficile da portare sullo schermo, tanto affascinante sulla carta quanto ostico per realizzare un film. Tutto sensazioni, opinioni, sogni, incubi, ricordi che per riuscire a funzionare come sulla carta hanno bisogno di tanta fantasia e soprattutto di molti mezzi.

Domiziano Cristopharo, Giovanni Pianigiani e Bruno di Marcello, Paolo Gaudio, Alessandro Giordani, Paolo Fazzini, Fratelli Capasso, Edo Tagliavini, Yumiko Sakura Itou (pseudonimo di Cristopharo) provano in P.O.E. a raccontare per immagini le fantasie dello scrittore, ostacolati dalle oggettive difficoltà prima accennate e dal low budget che è caratteristica del film indipendente di genere.
Malgrado ogni regista abbia impostato a suo modo il film da girare, il filo rosso che unisce gli episodi è una voce narrante (non del tutto affascinante) che, come leggendo ciò che è difficile mettere su pellicola, racconta le sensazioni e offre chiarimenti e spiegazioni, sostituendosi spesso anche ai più semplici dialoghi.
Una soluzione obbligata forse dalla ristrettezza dei mezzi che però rischia di spaccare il film in due sezioni, quella delle immagini, sempre molto strette e intime, e quella del racconto letto fuori campo.

Edgar Allan Poe è un autore che stimola la fantasia visiva di ogni suo lettore, ma lo fa grazie alla sua immensa dote di trasformatore di sensazioni in parole. Trasformare tutto di nuovo in immagini non è obiettivamente un'impresa facile. Infatti l'episodio che esce meglio è quello di animazione, "Il Gatto nero" con i pupazzi di Paolo Gaudio.

Gli autori hanno comunque il merito di averci provato senza eccedere mai in effettacci a buon mercato e nell'uso di ettolitri di sangue.

31/05/2013, 09:56

Stefano Amadio