A Egidio Veronesi il Premio Pico della Mirandola


A Egidio Veronesi il Premio Pico della Mirandola
Eè stato consegnato ad Egidio Veronesi, regista del film "Il Cacciatore di Anatre", il Premio Pico della Mirandola 2013.

Questo l'eloquio:
"Con queste battute inizia il film di Egidio Veronesi, “Il Cacciatore di Anatre”

“La vita non è fatta per sognare, me lo diceva sempre mio padre quando bambino, stavo per ore ad osservare le nuvole nel cielo pensando alle cose che avrei fatto da grande. La vita è fatta per faticare e per soffrire ripeteva. Non ho dimenticato le sue parole, ma non ho mai smesso di sognare”

Chi ha la ventura di nascere in una famiglia contadina, seppur patrimonialmente dotata, non ha nessuno scampo dal punto di vista lavorativo.

Il lavoro è lavoro, e nulla ha da spartire con frivolezze quali il teatro , il cinema e le arti in genere.

Questo e’ quanto e’ capitato a Egidio Veronesi e lo scorgiamo anche nel suo film quando il padre contadino scoraggia il protagonista bambino a perseguire la sua passione per la musica.

L’unica concessione alla frivolezza per Egidio è stata quella di lasciargli fare il commercialista, e non di lavorare nell’azienda di famiglia.

Dunque la grettezza dei numeri per non morire, ma la poesia per continuare a vivere.

Da qui l’attività parallela, la seconda vita, quella più nascosta ma anche più pubblica.

Così nasce e si evolve la poetica della pianura, ancor più della bassa, un territorio poco appariscente, apparentemente sempre uguale, che ben poco sembra dire ad un occhio frettoloso ed inesperto.

Un territorio duro, spesso cattivo sia negli inverni gelidi che nelle torride estati, che premia solo chi sa guardare prima col cuore che con gli occhi, che gratifica solo chi e’ capace di cogliere le fini differenze tra un filare di pioppi ed uno di olmi o gelsi.

Ed e’ dalla poetica delle piccole cose e delle misere vite dei contadini che nasce l’analisi di Egidio Veronesi, l’analisi di un passato tanto recente da essere a volte ancora attuale ma troppo spesso colpevolmente dimenticato, l’analisi di un territorio e della sua gente che conosce tanto bene per averlo vissuto.

Lo guarda con occhio sempre interessato, a volte disincantato ed altre volte benevolo, mai critico ma sempre con una malinconica ironia, consapevole della caducità della vita reale.

Analizza, intermedia e traspone le miserie delle famiglie contadine, gli stenti, le fatiche a poco prezzo, i soprusi dei padroni prima e dei gerarchetti dopo, le speranze e gli amori, gli affetti sempre dissimulati, la tragicità della vita e spesso la liberazione della morte.

Egidio e’ riuscito ad alimentare la sua passione per il cinema coinvolgendo un territorio, facendo leva sulla tenacia , l’orgoglio e la voglia di fare tipica degli abitanti delle nostre terre con risultati anche insperati, basti pensare che “IL CACCIATORE DI ANATRE” è stato selezionato in piu’ di 110 festival nazionali e internazionali, meritando numerosi premi, spesso come miglior film straniero.

Egidio ha preso coscienza dell’arte, ma con lo sguardo rigoroso ed attento del commercialista; ha saputo accompagnare lo spettatore del film dentro ad una storia priva di retorica ma al contempo ricca dell’umanità e della generosità che sono il tratto saliente di questo “ragazzo” di 56 anni. Che non ha mai smesso di sognare e ancora oggi, come il protagonista del suo film, si ferma spesso a fantasticare e a sognare con la testa tra le nuvole, ma che al tempo stesso, da buon emiliano, continua a tenere saldamente i piedi ben piantati a terra
".

08/07/2013, 19:57