Anna Magnani
Marco Spagnoli racconta il periodo americano della grande attrice attraverso le parole del figlio
Luca, del press agent
Enrico Lucherini, della sua biografa
Matilde Hockhofler e di
Caterina D’Amico, figlia di Suso, sua grande amica di scorribande “dal tirar tardi nei locali fino a dar da mangiare ai gatti in giro per Roma”.
La voce narrante della nipote
Olivia Magnani fa da sottofondo malinconico e struggente al materiale degli archivi Rai e dell’Istituto Luce. Così "
Donne nel mito: Anna Magnani a Hollywood", presentato nella sezione Venezia Classici, celebrando la storia di una donna e di una diva che ha anticipato i tempi come grande protagonista della cultura, del teatro e del cinema, diventa il ritratto sentito e inedito di un’ artista capace di ammaliare Hollywood per autenticità, vigore e calore. Testimone il rapporto con il suo grande amico Tennessee Williams che, appositamente per lei, scrisse alcune delle sue pièces teatrali facendole vincere un inaspettato Oscar come migliore interprete per "
La Rosa Tatuata".
Fragilità e raffinatezza diventano così il leit motiv delle testimonianze e degli aneddoti scelti dal regista per la nostra “Annarella” tanto che il sonoro “Boh” come risposta alla domanda di un giornalista italiano “Chi è Anna Magnani?” e poi “Non è facile conoscere se stessi”, diventa un finale necessario e autobiografico per il regista come a voler dire che quando si ha a che fare con il mito si rischia di essere dei replicanti.
di Mariella Di Lauro