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BLACKSTAR - Il calcio e l'integrazione possibile


Presentato fuori concorso alla scorsa edizione del Festival di Roma, "Black Star, nati sotto una stella nera," riesce ad arrivare nei cinema. Ispirato a una storia vera, è ambientato nella periferia romana dove gli italiani condividono lo stesso disagio sociale dei rifugiati senza accorgersene. Con Luca Di Porspero, Emanuele Salce, Paolo Giovannucci, sarà in sala dal 10 ottobre con "Point Distribution"


BLACKSTAR - Il calcio e l'integrazione possibile
BlackStar, i ragazzi si allenano al campo
Diretto da Francesco Castellani il film racconta la storia di un gruppo di rifugiati che a Roma, nel quartiere Pietralata, mette su una squadra di calcio cercando di ridare vita a un vecchio campetto di periferia. Il vero protagonista del film sono però "gli italiani" che di fronte ai simpatici ragazzi stranieri, si dividono in favorevoli, aiutando il gruppo, e contrari che almeno nella prima parte osteggiano la rivalutazione dello spazio rivendicando una supremazia territoriale degli indigeni sul quartiere.

Ma il possibile scontro messo in piedi dal regista, a parte qualche isolato caso estremo, non avviene. In "Blackstar", l'italiano normale, non essendo di natura razzista, finisce per schierarsi dalla parte dei ragazzi, lasciando scoprire che il vero male era in chi manovrava la protesta degli abitanti. Il ricco, il potente, l'affarista: è da lì che arriva il male, non da chi condivide, in fondo, gli stessi disagi dei ragazzi extracomunitari.

Ricalcando troppo i cliché del genere "immigrati vs italiani", dove noi siamo sempre visti come dei cafoni ignoranti e gli immigrati come ricchi di cultura e sempre con un paio di lauree in tasca, il film non riesce a far montare l'attesa o a far appassionare alla vicenda e ai personaggi.
Il racconto, preso da una storia vera, è narrato troppo in superficie e malgrado sia tecnicamente ben girato, denota alcune pecche di sceneggiatura e nei dialoghi, la metà dei quali decisamente superflui.

04/10/2013, 10:09

Stefano Amadio