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MASTEQUOIA Op. 09-013 - Il perturbante fascino del vhs


Il documentario di Carlo Gabriele Tribbioli, Giacomo Sponzilli e Gabriele Silli a Lo Schermo dell'Arte 2013.


MASTEQUOIA Op. 09-013 - Il perturbante fascino del vhs
"Mastequoia Op.09-013. Rotterdam, Tokyo, Fès", film sperimentale il cui progetto ha vinto il Premio Lo Schermo dell’Arte 2012, nasce dal ritrovamento casuale di una camera Vhs con la quale i tre autori hanno deciso di girare un film dal fascino complesso e raffinato, quasi perturbante. Il film si svolge in tre diverse città, Rotterdam, Tokyo e Fez.

Nei tre episodi che lo compongono, intitolati La Caduta di Rotterdam, Lo Sposo Divino e Fondazione di Fez, i tre registi Carlo Gabriele Tribbioli, Giacomo Sponzilli e Gabriele Silli, sfogano tutta la loro visionarietà di artisti con il coraggio e la determinazione di autori già maturi.
Siamo al confine tra la videoarte e il documentario, tra gli esperimenti in Super 8 di Derek Jarman, il diarismo video di Mekas e gli eccessi coloristici del New American Cinema. I tre capitoli di Rotterdam, Tokyo e Fez sono a loro volta divisi in sotto-capitoli, accompagnati da cartelli fissi che dànno allo scorrere delle immagini un appiglio senza il quale lo spettatore si perderebbe in un montaggio aspro e dilatato.

Il film è il risultato finale di 54 ore di riprese in tre città tentacolari, un materiale visivo volutamente povero, decisamente “low – fi”, pieno di graffi, strappi e di sporcizia che in un periodo di super-dipendenza da alta definizione non dispiace vedere proiettato sull’enorme schermo dell’Odeon di Firenze. Ritratti di città per “flanerie benjaminiane”, un perdersi nella visione di metropoli moderne con uno sguardo pittorico e molto materico, atmosfere da film muto senza una drammatizzazione vera e propria.

Nell’interessante incontro al termine della proiezione i tre autori hanno raccontato di come il premio “Lo Schermo dell’Arte” abbia permesso loro di trasformare (in montaggio) quella materia grezza composta video in bassa qualità in un filmato in altissima definizione, concepito e studiato appositamente per la proiezione fiorentina dell’Odeon.
Da segnalare l’uso dei cartelli poetici e dei brani di testi scritti dagli autori che accompagnano l’affascinante sfarfallare della “pasta” del vhs. Finalmente nel panorama italiano una boccata di cinema nuovo senza l’ennesima sceneggiatura per le facce tristi degli attori nostrani. Sempre i soliti.

18/11/2013, 12:00

Duccio Ricciardelli