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FdP 54 - Reality is More!


Presentata a Firenze la nuova edizione del festival, con uno slogan che invita ad essere protagonisti della propria vita.


FdP 54 - Reality is More!
Tutti i segreti rivelati dall’organizzazione di Julian Assange nel documentario d'inchiesta "We Steal Secrets: the Story of Wikileaks", firmato dal premio Oscar Alex Gibney; "Centoquaranta. La strage dimenticata" di Manfredi Lucibello, sulla drammatica vicenda del traghetto Moby Prince, un disastro in cui persero la vita 140 persone. E poi l’Ilva di Taranto e la Puglia di oggi visti attraverso gli occhi di Cecilia Mangini, la maggiore documentarista italiana che ritorna al cinema con "In viaggio con Cecilia" co-diretto insieme a Mariangela Barbanente; le restrittive leggi sulla procreazione in Cina in "Mothers" di Xu Huijing; la "lezione di regia" di un protagonista del cinema europeo come Marcel Łoziński (cui il festival dedica la retrospettiva) in "Anything Can Happen". 

Questi i documentari che inaugurano la prima giornata del 54/o Festival dei Popoli - Festival Internazionale del Film Documentario, il 30 novembre, al cinema Odeon di Firenze. Il festival, presieduto da Marco Pratellesi e diretto da Alberto Lastrucci, presenta un programma composto da 100 documentariprovenienti da tutto il mondo. La manifestazione si svolge nell’ambito della "50 giorni di cinema internazionale a Firenze" coordinata da FST - Fondazione Sistema Toscana.

"Se negli ultimi 50 anni stampa e televisione si sono progressivamente allontanate dall’inchiesta giornalistica" - dichiara Marco Pratellesi - "l’eredità è stata parzialmente raccolta dal documentario che spesso riesce a raccontare quelle verità che è impossibile illuminare senza scavare a fondo nei fatti".

"Il documentario" – scrive Alberto Lastrucci nell'editoriale del festival - "ti sbatte in faccia la realtà. Lo fa con un linguaggio raffinato, frutto di elaborazione stilistica e ricerca estetica. Ma sempre di realtà si tratta: complessa, ambigua, contraddittoria; e perciò sempre così difficile da comprendere. Lontana dalle semplificazioni a cui la contemporaneità ci vorrebbe abituare, da quegli slogan utilizzati a piene mani dalla pubblicità, dall’informazione-spettacolo o dalla politica-rissa, linguaggi che tendono sempre più a somigliarsi. Il cinema documentario si muove in un'altra direzione. Non offre certezze, non consente che ci si rilassi sulla poltrona. Sollecita questioni, domande, curiosità".

25/11/2013, 16:08