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SAPORE DI TE - Carlo Vanzina: "Ci volevano più canzoni..."


Esce il nuovo film dei fratelli Vanzina, indovinato esperimento sulla sopportazione umana. Un lavoro di "non scelte" volte a negare ogni pagina dei manuali di cinema. Storia, contesto, ambiente, costumi, ricostruzioni sono frutto di un impegno accurato e contro corrente, al quale bastano poche automobili d'epoca per coinvolgere lo spettatore sempre alla ricerca di "altro". Come sempre da lodare Maurizio Mattioli, interprete di categoria superiore. In 400 copie da giovedì al cinema con Medusa


SAPORE DI TE - Carlo Vanzina:
Martina Stella e Virginie Marsan, "Sapore di Te"
I Vanzina sono diversamente genî! I loro film sono veramente i "loro". Si occupano di tutti gli aspetti primari della realizzazione: soggetto, sceneggiatura, regia, produzione, vivendo su un mondo parallelo che evidentemente ha un forte appeal su buona parte del nostro. Il loro nuovo film si accosta molto al cinema sperimentale, con immagini, facce, figure che si muovono scollegate dalla realtà con, molto spesso, delle voci che narrano quello che sarebbe troppo banale udire per i cinefili e troppo difficile per gli affezionati al genere capire attraverso dei dialoghi o delle situazioni. Difficili da capire ma non troppo da scrivere o pensare; perché ormai, dopo 40 anni e passa di cinema con quasi 100 film girati, non si può credere che i fratelli Carlo ed Enrico non sappiano scrivere un dialogo. E dunque evidente che il loro è un lavoro su un altro piano cinematografico, un lavoro sul non detto, sul non recitato, sul non sottinteso. Una scelta mirata a creare un prodotto che con il cinema che conosciamo come forma d'arte e d'espressione è distante anni luce. È il "loro" cinema, sono "i film dei Vanzina" fatti per scelta di meccanismi che non funzionano, di interpreti impresentabili, di battute che non fanno ridere, di soluzioni che non risolvono.

Parlare di "Sapore di Te" in poche righe è impossibile, ci vorrebbero due volumi. Perché la ricerca della banalità dell'intera struttura cozza con qualsiasi idea di ragionamento umano ed è dunque evidente che sia il risultato di un percorso lungo e approfondito. Partendo da ambienti e costumi, frutto di una ricerca filologica accurata ma svolta al contrario, cioè mirata non a ricostruire la forma originale ma a non mettere addosso a un solo personaggio un abito o un'acconciatura lontanamente accostabili agli anni '80. Per finire con gli interpreti costretti a citare la storia contemporanea (dai socialisti di Bettino alla vita spericolata di Vasco Rossi, dalla Roma di Falcao ai personaggi di Drive In) come se stessero parlando degli eroi del Risogimento.

Un lavoro importante e accurato i Vanzina lo svolgono anche nell'aggiornamento. Non andare al cinema a vedere quello che fanno gli altri, gli italiani (sempre criticabili) e gli americani (troppo invadenti), è una scelta coraggiosa ma che dà i suoi frutti in termini di originalità, senza inquinare un punto di vista che a conti fatti non può che essere definito geniale. Diversamente geniale.

08/01/2014, 14:31

Stefano Amadio