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Note di regia di "The Toxic Burden"


Note di regia di
La mia prima motivazione per fare questo film era di scoprire quale fosse l’impatto degli agenti inquinanti sulla salute delle persone. Sono sensibile a questo problema dall’inizio degli anni ottanta, quando, da ragazzina, vivevo nel centro in una città industriale italiana medio-­‐grande. Vedevo il traffico e l’inquinamento dell’aria peggiorare giorno per giorno davanti ai miei occhi. Quando mi sono trasferita a Bangkok per qualche anno, la città era così inquinata che ero pienamente consapevole che la mia generazione e quella di mia figlia erano delle cavie in un esperimento globale con la salute della gente. Non sapevamo quali sarebbero state le conseguenze di questa crescita esponenziale dell’inquinamento. Alla fine degli anni novanta ho sofferto di una grave allergia. Il mio dottore mi disse che le cause erano sconosciute, che i casi di allergia si moltiplicavano con l’avanzare dello stile di vita occidentale. Quali sono, quindi, le condizioni ambientali che generano casi di allergia, che inducono il sistema immunitario a sbagliare e a reagire a elementi che non sono virus o batteri? Che cos’è che ha fatto male al mio sistema immunitario? Mi sono sentita senza speranza e sopraffatta, fino a che non mi sono messa a cercare modi per uscirne. Per questo ho voluto condividere con altre persone le informazioni che ho raccolto e che mi hanno permesso di riprendere il possesso del mio benessere. Possiamo cambiare il mondo, un prodotto alla volta!

La missione del mio documentario, pertanto, è di dare il potere allo spettatore attraverso la conoscenza, di metterlo al corrente della ragione per cui si ammala, del perché una società che promette la vita eterna o addirittura un’eterna giovinezza in realtà ci porta a una vecchiaia fatta di terribili malattie e disabilità, e ad una moltitudine di bambini malati.

Vorrei che la gente si rendesse conto che nessuno li proteggerà se non lo faranno loro stessi, perché i governi hanno, nella maggior parte dei casi, fallito nella loro missione di rappresentare l’interesse generale di fronte all’interesse dei privati, e hanno lasciato che le industrie avvelenassero l’aria, la terra, l’acqua in nome del modello sociale, dell’infinita crescita economica, che infine ci ha privato del nostro diritto alla salute. Ma per cambiare, dobbiamo essere animati dalla speranza. Vorrei dare speranza agli spettatori.

Vorrei che si sentissero più potenti sapendo che delle alternative esistono: nuovi modi per coltivare il cibo e per produrre beni di consumo, e che loro, scegliendo l’alternativa sana, possono tracciare il percorso verso un mondo migliore. Con le nostre scelte, abbiamo in mano il potere di costruire un mondo più sano.

Patrizia Marani