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Note di produzione di "Janvier"


Note di produzione di
Cortometraggio di fiction pensato e scritto intorno all?universo della sperimentazione musicale nella sua vertente più intimista: il protagonista, Janvier, è un personaggio inventato che, in un singolare processo di commistione e astrazione, crea strumenti ex-novo attraverso cui compone e esegue la propria musica in controtendenza alle logiche e alle dinamiche classiche di produzione, per pura necessità espressiva.

Il progetto Janvier viene alla luce da un?idea maturata all?interno del sodalizio artistico tra Pier Paolo Patti e i Retina.it, collaborazione duratura che nel corso degli anni ha prodotto videoclip, film d?arte e performance che hanno battuto i terreni dei maggiori festival di arte e musica elettronica. Janvier è una riflessione approfondita sull?arte di sperimentare nuove sonorità e sulle modalità di esecuzione della musica elettronica improvvisata; i materiali accumulati e le competenze acquisite negli anni dal duo partenopeo lasciano intravedere orizzonti di lavoro vastissimi.
Il cortometraggio nasce in un momento puramente musicale: una performance live eseguita dai Retina.it con un set composto da vecchie macchine e moduli auto-costruiti ricavati da materiale di risulta e reinterpretati con sapienza e padronanza.

Le ispirazioni affondano le proprie radici in un humus culturale - sia musicale che cinematografico - che fa riferimento alla scena artistica di ricerca, dalle primordiali sperimentazioni linguistiche degli anni 50/60/70, ovvero quei movimenti avanguardisti a cui tutti in seguito faranno riferimento, fino ad arrivare all?industrial degli anni 80/90 e al concettuale del nuovo millennio.
Nella sceneggiatura sono presenti riferimenti culturali attinti dal Manifesto Futurista di Russolo del 1922.

L'esperienza e la passione per il mondo dei linguaggi sperimentali, partendo dall?esigenza artistica di creare immagini plasmando i suoni, sono i cardini dell?estro creativo del regista. Una peculiarità lavorativa attraverso cui Pier Paolo Patti trasforma tutto ciò che è improvvisazione e ricerca in un mondo immaginifico dentro il quale è necessario perdersi. Solo così, col supporto di una storia di pura fantasia, diventa possibile esplorare la polifonia dei mondi reali.
La fotografia del film è un bianco e nero molto contrastato, in riferimento ad una composizione musicale senza orpelli, essenziale, asciutta, fatta eccezione per alcune scene dove il colore invece assume un importanza narrativa, un?uscita dal binario, un incidente.
La lingua del protagonista è il francese che si mescola alle lingue diverse degli altri interpreti (cinese, spagnolo, inglese, italiano), dando vita ad una contaminazione continua di lingue e culture, a voler creare un parallelo tra l?evoluzione della lingua e della musica, un miscelarsi incessante che nei secoli di storia ha prodotto espressioni nuove, creole.

09/08/2014, 18:20