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FESTIVAL DI ROMA 9 - "Escobar, Paradiso Perduto"


Una coproduzione tra Francia, belgio e Spagna per il film del regista italiano Andrea Di Stefano in Concorso Gala. Con una solita, grande interpretazione di Benicio del Toro


FESTIVAL DI ROMA 9 -
Benicio del Toro è Pablo Escobar nel film del regista italiano Andrea Di Stefano
"Ho letto tutte le biografie scritte su Pablo Escobar. Sono andato in Colombia varie volte per comprendere meglio la dinamica criminale di uomo che nel suo paese genera rifiuto ed ammirazione".

Per il suo debutto alla regia, l’attore Andrea Di Stefano realizza un action thriller, "Escobar: Paradise Lost" , su un uomo che a distanza di oltre 20 anni dalla sua morte ancora divide la Colombia tra chi lo considera un santo e chi un diavolo. E molto amato dalla povera gente colombiana, alla quale ha costruito scuole, campi da calcio, nuovi barrios e talvolta elargito denaro in cambio di fedeltà, che rivedevano in lui un moderno Robin Hood.

Un trampolino per la carriera politica da parlamentare che ha consentito a Pablo Escobar di diventare in breve tempo il re della cocaina, circondato da un esercito personale di criminali. Nel film siamo nel 1991 e dopo aver costruito un impero di vaste dimensioni seminando il terrore tra i suoi nemici e corrompendo politici e poliziotti, il capo del cartello di Medellin e padre di uno dei patrimoni più alti al mondo, decide di consegnarsi spontaneamente alle Autorità.

De Stefano, con grande maestria e trascendente forza visiva, descrive gli ultimi giorni prima della resa di uno degli uomini più malvagi al mondo attraverso gli occhi di Nick , John Hutcherson di Hunger Games, un giovane surfista canadese che va in vacanza in Colombia con suo fratello. Qui conosce Maria, Claudia Traisac, ignorando che si tratta della nipote di uno degli uomini più spietati della storia.

Una discesa agli inferi per l’ingenuo Nick che rimane prima affascinato dal carisma malefico di Escobar, interpretato da Benicio del Toro che incarna perfettamente il defunto boss, e poi sempre più terrorizzato dalla sua brutalità. Lo stesso del Toro ha definito il suo personaggio, “Un talento eccezionale nel fare del male. Uno spreco per un uomo che è riuscito a mettere in ginocchio un intero paese , arrivando a dichiarare guerra al governo. E è stata la sua rovina”

Rispetto ai precedenti tentativi, tra cui uno da Oliver Stone, di far luce su una figura così complessa ed oscura, il film di De Stefano è dominato dalla duplice natura di Escobar tra padre affettuoso e grande benefattore per la sua gente da una parte e spietato criminale dall’altra. “Ci vorranno ancora molti anni prima che la Colombia si liberi dall’eredità di Escobar che pesa ancora come un macigno”, ha concluso il regista.

19/10/2014, 19:53

Monica Straniero