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IL SEGRETO DI ITALIA - Le vendette dei Partigiani


Un segreto che andava raccontato. Romina Power è vittima del ricordo di una strage compiuta dai partigiani. In sala da giovedì 20


IL SEGRETO DI ITALIA - Le vendette dei Partigiani
Romina Power, protagonista di "Il Segreto di Italia"
A distanza di pochi giorni dalla morte di Franco Giustolisi, autore de L'Armadio della vergogna, il libro che per primo ha denunciato l'affossamento dei processi contro i nazisti e i fascisti autori delle stragi dei civili italiani durante la seconda guerra mondiale, arriva sul grande schermo un film coraggioso che cerca di smascherare un tabù duro a morire.

Negli anni la memoria della Resistenza si è confusa allo slogan, “la storia non si tocca”, lasciando ai margini i suoi aspetti più controversi, come gli eccidi compiuti dai partigiani. Solo da qualche tempo si comincia a tirar fuori gli scheletri dagli armadi e le comunità coinvolte si sono sentite in qualche caso anche un po’ meno sole. Come quella di Codevigo un paesino del Padovano, dove il regista Antonello Belluco ha ambientato il suo film.

Ed ecco la trama. Italia Martin, interpretata da Romina Power ha un segreto che si porta dentro da tutta la vita. Quando la nipote si sposa, torna a Codevigo, il suo paese di origine che non vede da 55 anni, dove è costretta a fare i conti con il doloroso passato di una cittadina coinvolta in una delle stragi più feroci compiute dai partigiani. Siamo nel 1945 quando la brigata di Arrigo Boldrini, interpretato da Andrea Pergolesi, entra nel paese abbandonato da tedeschi e fascisti in rotta. L’illusione per la popolazione che la guerra sia finita, dura poco.

Gli uomini col fazzoletto rosso iniziano a una mattanza ancora rimasta impunita.
L’argomento affrontato da Belluco non rende facile una valutazione serena dell’opera in questione. Tuttavia il film, realizzato a basso budget e quindi con tutte le limitazioni che si possono immaginare, non sembra voler emettere alcun giudizio morale bensì rappresentare l’occasione per tornare a raccontare della Resistenza in modi nuovi. Perché in pratica vi fu una vera e propria guerra civile italiana, con migliaia di morti, tra cui molti innocenti.

Le immagini vanno fino in fondo e mostrano i processi-farsa, i prelevamenti notturni di ex fascisti dei quali non si seppe più nulla, ma anche di gente per bene che non aveva mai torto un capello ad anima viva, e di azioni brutali che ancora oggi vengono definiti “atti di guerra”, una formula ambigua per etichettare vendette e regolamenti di conti.
Una cosa è certa. Nel film la reputazione dei partigiani è messa a dura prova se non fosse che la convincente interpretazione dell’attore marchigiano Fabrizio Romagnoli nel ruolo del partigiano buono servirà quantomeno a placare le inevitabile polemiche.

21/11/2014, 17:31

Monica Straniero