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BANANA - Un piccolo film di cui andare fieri


Esordio "vero" nel lungometraggio per Andrea Jublin, candidato all'Oscar nel 2008 per il corto "Il Supplente". Un film che riconcilia con gli attori e le attrici italiane. Da Anna Bonaiuto a Gianfelice Imparato, da Giorgio Colageli a Giselda Volodi ma anche Camilla Filippi e i giovanissimi Marco Todisco e Beatrice Modica. In sala da giovedì 15 con Good Films in una decina di copie


BANANA - Un piccolo film di cui andare fieri
Marco Todisco e Beatrice Modica in "Banana"
Una commedia divertente e ben girata, con un cast ottimamente selezionato e un copione fresco, credibile ed efficace: si ride (molto) e si riflette (abbastanza), si applaude alle gesta del giovane protagonista e si esce dalla sala con la gioia nel cuore e la voglia di far vedere "Banana" di Andrea Jublin a tutte le persone care...

È questo l'effetto che fa il film del regista torinese, celebre nel 2008 per aver raggiunto la cinquina di nominati agli Oscar per il cortometraggio di finzione con il suo "Il Supplente", finalmente in sala con un lungo grazie alla volontà di Olivia Musini che ha creduto nel progetto e poi coinvolto Good Films in veste di produttore e distributore (spiace sapere che il film uscirà in sole 10 copie e per di più nel solo circuito UCI, nei multiplex fuori città che non sembrano il luogo ideale per il passaparola di lavori come questo...).

Non è un film sui massimi sistemi, "Banana", è una bella commedia, delicata e divertente, che racconta le gesta di un ragazzino "brutto, ciccio, nano e pazzo", Giovanni, detto Banana per le sue qualità calcistiche deficitarie. Innamorato perdutamente della compagna di classe Jessica, più grande, bella e circondata costantemente da ragazzi, decide di impegnarsi nella missione impossibile di farla promuovere. Del resto lui crede nella filosofia del calcio brasiliano, della voglia di andare a cercarsi in attacco, rischiando, quella felicità indispensabile alla vita...

Attorno alla storia principale si svolgono le vite degli adulti, quasi in nessun caso figure positive ma anzi disilluse, disperate e accigliate dalla vita e da un paese, l'Italia, che nella sua crisi di valori e nell'assenza di prospettiva che dà ai suoi cittadini viene chiaramente - anche se indirettamente - incolpata.

Valore aggiunto del film, oltre alla qualità e autenticità dei testi (e a un cast tecnico di assoluto rilievo, che va da Nicola Piovani a Gherardo Gossi a Esmeralda Calabria...), è il talento indiscutibile del protagonista, il giovane Marco Todisco, attore e commentatore appassionato delle sue gesta in terza persona.

Lieto fine quasi per tutti, e sicuramente non troppo scontato, per un film di cui il cinema italiano - specie quello leggero - aveva decisamente bisogno, e che avrebbe meritato sicuramente un battage maggiore e un'uscita più 'consistente'. In bocca al lupo.

14/01/2015, 13:05

Carlo Griseri