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PIEMONTE MOVIE - Incontro con Davide Ferrario e Alessandro Rossetto


PIEMONTE MOVIE - Incontro con Davide Ferrario e Alessandro Rossetto
Ferrario, Rossetto e Gaido al PMgFF14
Nel programma del Piemonte Movie gLocal Film Festival si è svolto anche un interessante incontro pubblico con Davide Ferrario e Alessandro Rossetto, registi omaggiati nel corso di questa edizione del festival torinese. Tema del panel, "Fiction e cinema del reale: contaminazioni".

"Da un punto di vista registico cambia poco tra documentario e finzione", ha spiegato Alessandro Rossetto. "Il mio percorso è di arrivo alla finzione, anche se non lo considero un arrivo. Nel mio esordio nella finzione, 'Piccola patria', mi sono portato l'esperienza di documentarista, ho usato vari strumenti del cinema della realtà per affrontare il lavoro".

"Quando parlo di questo tema, il mio esempio classico - ha detto invece Ferrario - è quello della pornografia, che per girare 'Guardami' ho dovuto studiare, girando per un po' sui set porno. La domanda è: cosa si vede quando si guardano gli attori in azione sul? È un'immagine documentaria, perché vedi gente che 'lo fa' sul serio. Ma se non fosse per la troupe, non lo farebbero: quindi è finzione? Cosa stiamo guardando davvero? Per questo io preferisco scindere tra cinema con gli attori e cinema senza attori".

Diverso l'approccio dei due autori al lavoro con gli attori ("Ho studiato molto come attore, anche se non ho mai recitato, quindi ho usato molti strumenti del mestiere per il mio film", ha rivelato Rossetto).
"Io - ha detto invece Ferrario - non credo molto alle sceneggiature, le ritengo mappe per un viaggio, che ti danno l'idea del viaggio da fare ma non sono il viaggio! Come ci si arriva lo si scopre sulla via... Non cerco mai l'attore giusto per una parte, ma l'attore che mi dica qualcosa che non so neanche io su quel personaggio. Lavorare con gli attori è come fare un documentario su un attore che interpretano un personaggio".

Infine, spazio alle ispirazioni che hanno guidato i due registi nel loro percorso.
"Per me - ha detto Rossetto - le ispirazioni sono moltissime, dai documentaristi russi degli anni '80 e '90 a Robert Kramer, che mi ha ispirato sempre, senza dimenticare De Seta, Cassavetes, "L'Avventura"...".
"Quando ho iniziato - ha spiegato invece Ferrario - volevo essere qualcosa a metà tra John Ford e Wong Kar Wai, mentre mi sono accorto che nelle librerie di cinema Ferrario finisce sempre tra Fellini e Ferreri... Io sono un apologeta del film, non dell'autore: sono alcune immagini, alcuni aspetti di alcuni film che mi restano in mente e mi ispirano".

12/03/2015, 15:00

Carlo Griseri