Sono un lettore appassionato di fumetti e, nel corso degli anni, ho accumulato una conoscenza approfondita della Letteratura Disegnata. Nel documentario parla il protagonista di questa avventura: il corteggiatissimo Tiziano Sclavi, creatore di Dylan Dog. Il film è un viaggio all'interno dell'universo di un autore che ha disseminato con attività febbrile racconti e storie. Storie che contengono altre storie che restituiscono con immediatezza atmosfere e personaggi di una malinconica città sogghignante, tutt'altro che rassicurante.
La Milano coprotagonista del film è una città abitata dalle visioni e dagli incubi di un autore molto amato, abitata solo da ombre, con porte che si aprono e si chiudono sull'anima del protagonista senza chiedere permesso a nessuno. Una mistura di contraddizioni che da al progetto una forza propulsiva irresistibile, " qualcosa" che Sclavi sa individuare e magnetizzare, "qualcosa" che sussurra oltre il rumore assordante del quotidiano affanno, sotto le polveri della realtà.. Una voce? Un sogno? Un'inquietudine?
Giancarlo Soldi