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A Pesaro l'evento "Esordi italiani. Gli
anni dieci al cinema (2010 – 2015)"


A Pesaro l'evento
L’edizione 50+1 della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro ha dedicato oggi una tavola rotonda all’evento speciale "Esordi italiani. Gli anni dieci al cinema (2010 – 2015)", durante la quale registi e produttori hanno raccontato la genesi delle loro opere, spiegando quali siano le difficoltà economiche e distributive da affrontare per trovare uno spazio per i loro esordi. Hanno partecipato alla tavola rotonda: Gianluca Arcopinto (produttore di varie opere prime in programma a Pesaro), Francesco Bruni (Scialla!), Matteo Botrugno e Daniele Coluccini con Simone Isola (rispettivamente registi e produttore di Et in terra pax), Leonardo Di Costanzo (L'intervallo), Fabio Grassadonia (co-autore di Salvo insieme ad Antonio Piazza), Claudio Romano (Ananke) e Alessandro Scippa (Arianna).

Claudio Romano racconta la genesi produttiva di Ananke: "Feci leggere la sceneggiatura a Carlo Lizzani e lui mi disse che in Italia avrei potuto trovare un solo pazzo disposto a produrlo, ovvero Gianluca Arcopinto. Credo che quella della mancanza di soldi spesso sia una scusa, se vuoi davvero girare un film lo fai e basta". Dello stesso avviso è Alessandro Scippa: "Per Arianna non ho voluto aspettare, l'ho prodotto da solo e proprio Arcopinto mi ha aiutato poi a chiudere il film".

E’ proprio il produttore Gianluca Arcopinto a prendere la parola: "Sono però contrario a questa logica produttiva secondo la quale i film si possono fare comunque, senza budget e senza pagare le persone che ci lavorano. Ho sostenuto Ananke e Arianna perché credo che quel tipo di cinema non debba sparire, ma non può essere un modello da seguire. Personalmente sono contento dei successi di Checco Zalone e Maccio Capatonda, ma credo anche che un paese civile dovrebbe permettere a gente come Leonardo Di Costanzo di realizzare più film. Io stesso dal 1991 a oggi ho fatto esordire ventinove registi".

"Sicuramente non è facile per un produttore credere in un film come L'intervallo – spiega il suo regista Leonardo Di Costanzo – un film con due giovani attori non professionisti, ambientato in un’unica location e in una sola giornata".

Arcopinto è stato coinvolto anche nella produzione di Et in terra pax: "In quel caso però la situazione era diversa perché tutti, anche se poco, sono stati pagati. Il film ha rappresentato un esordio per tutte le professionalità coinvolte, dai registi al direttore della fotografia ai tecnici, ed è servito per introdurre queste persone al lavoro in campo cinematografico".

Simone Isola conferma: "La società di produzione Kimera Film è nata nel 2009 proprio per Et in terra pax ed è stata per me una scuola fondamentale, perché di quella nostra prima opera ho seguito tutto il processo di realizzazione, dalla sceneggiatura all'home video. Ora stiamo provando a realizzare un secondo film e, nel frattempo, abbiamo prodotto l'ultimo di Claudio Caligari che è pronto e spero possa iniziare presto ad essere visto dal pubblico".

Anche il percorso produttivo di Salvo è stato complesso, "com'era prevedibile per un film che non è una commedia e non può contare su attori famosi – racconta Fabio Grassadonia, uno dei due registi del film – Siamo arrivati a Cannes senza un distributore e pieni di debiti. Poi per fortuna al festival è andata bene e il film è stato venduto in venticinque paesi. In Italia purtroppo è uscito in sala a luglio, un mese difficile, mentre altrove, soprattutto in Francia, siamo stati maggiormente valorizzati e tutelati".

Diversa è stata l'esperienza di Francesco Bruni, arrivato alla regia con Scialla!: "Ho esordito a 51 anni dopo aver lavorato a lungo come sceneggiatore. Ho scritto Scialla! su commissione del produttore Beppe Caschetto, mi è stato proposto di girarlo e ho accettato. Non credo che i film si debbano girare solo per il piacere di farli, ma pensando al pubblico che li andrà a vedere in sala. Per questo è necessario che ci sia fin dall'inizio un investimento economico".

26/06/2015, 15:44