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CORSO DANTE - Un Corto sui Veleni


Diretto da Gianni Saponara racconta le responsabilità morali di chi inquina la nostra terra. Girato a Salandra in Basilicata


CORSO DANTE - Un Corto sui Veleni
Un'immagine di "Corso Dante" di Gianni Saponara
“Morti mi sono lasciato alle spalle e morti mi ritrovo davanti. E chissà quanti mi seguiranno ancora…”. La voce fuori campo è quella (da defunto, appunto) di un imprenditore, consumato da una veloce leucemia causata dall’inquinamento propagato dalla discarica di veleni che lui stesso imprenditore ha dissennatamente gestito.

È "Corso Dante", il cortometraggio di Gianni Saponara il quale, dopo aver raccolto una serie di importanti premi, viene presentato al Festival Internacional de Cine Social di Castilla-La Mancha. Un film che, tramite lo sguardo cinico di un becchino (il bravo Marcello Prayer) e la pentita-voce del morto, punta il dito contro la svenduta morale della politica, la macabra ossessione di accumulare a tutti i costi denaro e potere, la collusione deviata tra imprenditoria e istituzioni.

Un lavoro girato interamente a Salandra, piccolo centro del materano dove è nato il regista, ma in cui potrebbe specchiarsi qualsivoglia spicchio del mondo dilaniato dalla melma chimica delle discariche tipo “Terra dei fuochi”. Il corto è altresì la parabola esistenziale di un uomo proveniente da una famiglia modesta, cresciuto su sani principi e che, una volta messo piede nel palazzo della politica, quell’educazione di valori ha stravolto.

Solo da morto (qui sta la trovata filmica di Saponara) la sua coscienza scorticata dai sensi di colpa prende a sfogarsi e confessare il malaffare imponente eretto intorno a quella discarica in fondo al cimitero. Realizzato su un soggetto dello stesso Saponara e montato con un effetto rallenty esteticamente efficace , “Corso Dante” è una bruciante confessione di poco meno di dieci minuti che indigna e proietta lo spettatore ben oltre il fiume di notizie diffuse nella realtà dai media sulle discariche, sui rifiuti tossici e sugli effetti devastanti che hanno sull’uomo e l’ambiente. Un corto che, pur nel voler seguire una traccia filo-dantesca ( ...il cimitero non ho mai capito se è l’inferno, il purgatorio o il paradiso?...) è un monito, un velo alzato su quell’inverno sulla terra che sono quegli immondezzai di veleni gestiti, il più delle volte, da imprenditori e amministratori senza scrupoli.

23/07/2015, 18:43

Mimmo Mastrangelo