BELLARIA FILM FESTIVAL 33 - I vincitori
Sono SmoKings di Michele Fornasero, Concorso Italia Doc, e My sister is a painter di Virginia Eleuteri Serpieri, Concorso Casa Rossa Art Doc, i film documentari vincitori del Bellaria Film Festival 2015. La menzione speciale Gianni Volpi è stata assegnata a Brasimone di Riccardo Palladino, mentre è andata a Ella Maillart. Double journey di Antonio Bigini e Mariann Lewinsky la menzione speciale Paolo Rosa.
La giuria composta dal presidente Mario Sesti, dalla madrina del festival Greta Scarano, dal regista Manfredi Lucibello, da Nadia Ranocchi (Zapruder Filmmakersgroup) e Michele Sancisi (Sky Cinema e Sky Arte) ha scelto i vincitori tra i 14 documentari finalisti: 8 per il Concorso Italia Doc e 6 per il Concorso Casa Rossa Art.
Ad aggiudicarsi il Concorso Italia Doc, con l’incredibile storia dei fratelli Messina e della loro sfida alle multinazionali del tabacco, è SmoKings di Michele Fornasero, premiato per “l’efficacia e la brillantezza della narrazione che ricostruisce un fatto di cronaca quasi completamente sconosciuto trasformandolo in un resoconto dai tratti romanzeschi: consegnandoci due personaggi da letteratura pulp”.
Il primo premio per il Concorso Casa Rossa Art Doc, riservato ai documentari dedicati all’arte, è stato assegnato al film di Virginia Eleuteri Serpieri, My sister is a painter per “la libertà con la quale, lavorando su una congenie di materiali molteplici (testi, repertorio, contenuti online), si interroga sul senso e sulla pratica dell’arte. E allo stesso tempo un percorso che illumina un legame familiare e intimo di sommessa intensità”.
Due le menzioni speciali, una per concorso. La menzione Gianni Volpi (Concorso Italia Doc) riconosce a Brasimone di Riccardo Palladino “la ricchezza e la raffinatezza dello sguardo che documenta un piccolo mondo sconosciuto con l’irrealtà e la sospensione fiabesca della poesia, grazie ad un uso creativo di suono e repertorio”. La menzione Paolo Rosa (Concorso Casa Rossa Art Doc) va infine al film Ella Maillart. Double journey di Antonio Bigini e Marian Lewinsky per “l’originalità della ricerca storica, la ricercatezza della scrittura e la suggestione di materiali che recuperano una protagonista e un viaggio esistenziale ed esotico così affascinante per il nostro occhio contemporaneo”.
27/07/2015, 03:08
Simone Pinchiorri