Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
!Xš‚‰

I film in concorso alla 9a edizione del SalinaDocFest


I film in concorso alla 9a edizione del SalinaDocFest
Una scena di "Brule la Mer" di Berchache e Nambot
A SYRIAN LOVE STORY di Sean McAllister (UK – 2015, 80’) anteprima italiana.
Sean McAllister, il regista di The Liberace of Baghdad e The Reluctant Revolutionary, con la sua ironia ed empatia, ha la capacità unica di penetrare le vicende quotidiane dei protagonisti dei suoi film, seguendo l'asse contraddittorio delle loro storie private mentre incrociano la storia ufficiale. Lo fa questa volta con il ritratto intimo e coinvolgente dell'amore potente e travagliato tra Raghda e Amer, entrambi oppositori del regime di Bashar al-Assad, nel contesto tumultuoso della Siria contemporanea.

BRULE LA MER di Maki Berchache, Nathalie Nambot (Francia – 2014, 75’) anteprima italiana.
Tra finzione e documentario, tra amore per la purezza della forma e vigoroso slancio militante, il film racconta, in frammenti e visioni, la storia della diaspora tunisina a seguito della prima primavera araba. Dal Maghreb a Milano, da Ventimiglia fino alle strade di Parigi, i giovani tunisini assaporano una libertà amara e scoprono con dolorosa consapevolezza che il loro mondo è cambiato per sempre.

CONCERNING VIOLENCE di Göran Olsson (Svezia, Finlandia, Danimarca, Usa – 2014, 85’).
Attraverso una rilettura critica del classico anti-coloniale “I dannati della terra” di Frantz Fanon, Göran Hugo Olsson compone un potente racconto, scandito dalla voce della cantante e attivista Lauryn Hill, e con una prefazione della studiosa post-coloniale Gayatri Chakravorty Spivak: una riflessione in nove capitoli sulla dominazione imperialistica, sull'immaginario della liberazione africana, sull'avvenire dei rapporti fra occidente e terzo mondo.

I SOGNI DEL LAGO SALATO di Andrea Segre (Ita, 2015, 72’).
Viaggiando tra Aktau e Astana, tra le steppe petrolifere a ridosso del Mar Caspio e l'iper-modernità della neo capitale del Kazakistan, il film si ferma ad ascoltare le vite e i sogni di vecchi contadini o pastori e di giovani donne le cui vite sono rivoluzionate dall'impatto delle multinazionali del petrolio nell'economia kazaka. I loro racconti dialogano a distanza con quella di uomini e donne italiane che cinquant'anni fa vissero simili emozioni e speranze.

KOSMOS di Ruben Desiere (Belgio, 2014 – 61’) anteprima italiana.
Il film, ispirato al capolavoro del grande scrittore polacco Witold Gombrowicz, racconta, tra documentario e finzione, la storia di una famiglia Rom, quella di Kevin Mroč, alla disperata ricerca di senso e significato in un mondo caotico, e in un luogo votato alla scomparsa: il convento del Gesù a Bruxelles, per molto tempo l'unica dimora di almeno 250 persone, fra cui numerose famiglie Rom, ma anche artisti, attivisti e squatters di ogni genere.
MEMORIE – IN VIAGGIO VERSO AUSCHWITZ di Danilo Monte (ITA – 2014, 76’). Due fratelli sono protagonisti di un viaggio nella memoria atraverso l'Europa, nel tentativo di ricostruire un dialogo che ormai manca da anni. Un film autobiografico, terapeutico, personale. Raccontato atrtraverso un linguaggio scarno e minimale. Le immagini d’archivio, montate in ordine cronologico decrescente, aprono improvvise finestre sul passato e accompagnano i due protagonisti in un viaggio verso Auschwitz e dentro se stessi.
ROMEO E GIULIETTA di Massimo Coppola (ITA, 2014). Nel film si racconta il tentativo di mettere in scena Romeo e Giulietta in un luogo molto particolare. I protagonisti, infatti, sono Nino e Mary, due ragazzi di sedici anni che vivono a Roma, nel campo nomadi di Tor de Cenci. E appartengono davvero a due famiglie nemiche che vogliono impedirgli di recitare insieme.
SILVERED WATER, Syria Self-Portrait di Ossama Mohammed, Wiam Simav Bedirxan (Francia, Siria - 2014, 92’).
Un film che cattura e non lascia andare, un film unico che, con la forza espressiva del suo crudo realismo e la potenza della sua poetica . La domanda sulla possibilità stessa del documentare costituisce l'arteria pulsante e viva del racconto. Bedirxan, un'insegnante di scuola elementare a Homs, contatta in rete il regista Mohammed, chiedendogli di guidarla nel suo tentativo di filmare ciò che accade nella città devastata. Lo spazio estraniante della rete, nella quale il dialogo intimo tra i due prende vita a poco a poco, diviene il luogo precario e transitorio di una testimonianza possibile.

THOSE WHO FEEL THE FIRE BURNING di Morgan Knibbe (Olanda – 2014, 74’) anteprima italiana.
Una piccola barca piena di rifugiati è diretta verso l'Europa. Il mare è in tempesta, l'imbarcazione si impenna. “Mamma, non voglio andare in Europa” dice una bambina a sua madre. Improvvisamente un uomo anziano cade in acqua. Invano cerca di afferrare le mani di chi cerca di salvarlo. Da quel momento in poi, l'annegato vede la realtà da un'altra dimensione, conducendoci in un viaggio poetico e appassionante. Il film diviene così, sul confine stravolto tra finzione e non-finzione, la revêrie di una figura spettrale, che corre lungo il confine europeo meridionale e si sofferma sulle storie delle molte persone disilluse, che sembrano condividere con lui un limbo, l'attesa di una liberazione sul limite di un presunto paradiso.

30/08/2015, 10:36