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Cyop&Kaf a Torino per "Taranto. Un anno in città vecchia"


 Cyop&Kaf a Torino per
Tornano a Torino, dopo aver presentato al TFF il loro documentario "Il Segreto", cyop&kaf, ospiti questa volta martedì 30 settembre dalle 21 dell'Unione Culturale Antonicelli (via C. Battisti 4). Parteciperanno alla serata anche Angelo Cannata del Centro Studi, Documentazione e ricerca "Le Scjaje", e verrà presentato il libro: "Taranto. Un anno di città vecchia" e il video "Timoni al vento".

La città vecchia di Taranto «è un'isola ma non è isolata». Da una parte c'è il Mar Piccolo, bacino fertile di cozze prima dell'inquinamento da diossina. Dall'altra il Mar Grande che s'apre sul golfo e per secoli ha nutrito un'economia di pescatori. Sorgono intorno i quartieri dei Tamburi, Pio VI, Salinella, periferie urbane cresciute insieme all'espansione industriale. E oltre i Tamburi ecco le acciaierie incubatrici di speranze, polveri, lotte e devastazione ambientale. Oggi la città vecchia è in stato di abbandono.
Uno svuotamento accompagnato dai crolli, dai trasferimenti nelle case nuove, dai sentimenti di insicurezza, dalla sparizione di attività tradizionali, dal malessere della tossicodipendenza. Intorno il lento, universale, sbriciolamento dei rapporti umani in un'aria di polveri. Che ne sarà di Taranto vecchia? Fra gli scenari foschi d'un disfacimento definitivo e i sogni spettacolari abitati da «fondi europei», «turismo» e «aperitivi», si potrebbe intravedere «quella che chiamano una terza via». È la via difficile della riappropriazione dal basso dei luoghi, o «autorganizzazione». Un collettivo di pittori di strada ritrova la città vecchia e dipinge i muri a stretto contatto con gli abitanti e le loro storie. È un incendio di colori in mezzo ad altri focolai di resistenza. Fra i vicoli s'incontrano locali occupati, centri sociali, progetti autonomi di ristrutturazione, un'esile cooperativa di pescatori, un pittore collezionista, l'ultimo dei macellai...
E vive anche un centro studi – Le Sciaje – determinato a preservare e nutrire il patrimonio di ricordi, pratiche sociali e forme di vita. Esistono delle tracce lasciate da questi incendi: i disegni negli angoli e sui muri, un volume di foto e di testimonianze, un diario di bordo composto da immagini in movimento.

25/09/2015, 14:23