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NFF XVII - Quando era "Per Tutta la Vita"


Incontro con Susanna Nicchiarelli che presenta il suo doc al pubblico e parla dei suoi film e della sua passione nel raccontare il passato e riportarlo alla vita


NFF XVII - Quando era
Susanna Nicchiarelli al Napoli Film Festival con "Per Tutta la vita"
Susanna Nicchiarelli ha presentato al napoli film festival il suo ultimo lavoro, "Per Tutta la Vita", un documentario per raccontare il divorzio e come l'Italia ci sia arrivata attraverso esigenze, leggi e referendum.

"Dopo il mio secondo film" ha detto la regista "mi sono messa a pensare al terzo, che girerò probabilmente nella prossima primavera, e avevo voglia di far qualcosa di più libero. Dopo un film un documentario è una boccata d'aria fresca; troupe leggera, meno soldi e fai quello che ti pare, te la gestisci con grande libertà, soprattutto se te lo produci da sola con la società che ho fatto con mio fratello, a Nicchia film. E dunque ho deciso di fare questo documentario che parlava comunque di qualcosa di attuale".

Il passato, come in tutti i tuoi film, per parlare del presente.

"Credo che la cosa più affascinante del cinema sia, oltre a mostrare un punto di vista su un argomento, proprio quella di far rivivere il passato, un'epoca che non esiste più, di riportare il passato alla vita. I miei film sono ambientati nel passato, un po' perché è divertente farlo un po' perché è bello fare qualcosa di magico assieme agli spettatori, ricostruendo un sogno ma dicendo qualcosa sulla contemporaneità, senza spiattellarlo. Sono angosciata dal tempo che passa e l'idea di far rivivere il passato mi emoziona tanto. Ed è importante, per me, che il regista si emozioni nel fare un film perché se no è impossibile che faccia emozionare il pubblico. Quando ho scritto Cosmonauta, ambientandolo nel 1963, volevo mostrare i momenti di trionfo del comunismo perché ne avevo vissuto in prima persona la fine, intorno al 1990. Nel 1963 l'URSS stava vincendo, con le glorie della conquista dello spazio. Quella ragazzina aveva però i miei sogni di adolescente e affrontava le difficoltà di una donna, lei all'interno del partito e della politica io nel mondo del cinema. Il ricorso al passato è un modo per sublimare le cose che si raccontano".

Questo documentario sul divorzio com'è nato?

"Per Tutta la Vita è nato perché volevo fare un film ambientato nel 1974 anno del referendum sul divorzio, am non riuscivo a trovare una storia adatta alla finzione. Il repertorio mostra un periodo che sembra strano e preistorico per una battaglia politica che però fa sembrare ridicole quelle di oggi. Volevo raccontare cosa significava sposarsi quando lo potevi fare una sola volta e se sbagliavi non potevi tornare indietro. L'idea mi è venuta proprio perché mentre scrivevo mi stavo sposando e mi chiedevo, con un discorso emotivo, se potesse durare tutta la vita. I miei genitori, che stanno ancora insieme, hanno commentato il filmino del loro matrimonio e viaggio di nozze; poi ho intervistato una coppia divorziata ormai da 30 anni che sta in buoni rapporti e una coppia giovane. Mi interessava capire i problemi della coppia, sull'amore e sulla storia che influisce sul privato".

01/10/2015, 15:33

Stefano Amadio