Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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FESTA CINEMA ROMA - Cortellesi - Verdone chiudono il sipario


"La Commedia è un gesto di ottimismo!" La Festa si è trasformata e il red carpet si è improvvisamente rianimato. Grazie al faccia a faccia tra i due attori


FESTA CINEMA ROMA - Cortellesi - Verdone chiudono il sipario
Cortellesi - Verdone chiudono la Festa del Cinema di Roma
Oltre a riproporre alcune scene dei film che hanno segnato le loro carriera, l’incontro ravvicinato dei due artisti ha mosso alcune riflessioni sul ruolo delle commedie all’interno dei Festival. Sorvolando sul fatto che a porre la domanda sia stato un direttore artistico che ha eliminato la competizione, Paola Cortellesi ha posto la questione sul significato stesso di comicità. “Molto spesso si confonde la leggerezza con la superficialità. Monicelli, Germi attraverso delle commedie hanno raccontato grandi temi, come ne "La Grande Guerra".”

La commedia è uno strumento per traghettare temi più o meno profondi, attraverso una chiave diversa. Basti pensare al personaggio di Pasquale Amitrano di "Bianco, Rosso e Verdone" che nel suo monologo davanti alla cabina elettorale, muove anche una denuncia sociale. “Il personaggio di Pasquale è nato un po’ per disperazione. Mi mancava un terzo personaggio, così ho tentato di costruirlo lavorando sulla mimica e quindi attraverso un personaggio muto. Per il dialogo davanti la cabina elettorale, ho chiesto alla troupe mezz’ora di silenzio, in cui mi sono segnato delle parole o situazioni, che poi ho recitato a velocità maggiorata.”

Anche "Viaggi di Nozze" rivela, secondo Verdone, qualcosa di più profondo: “Uno dei film più importanti della mia carriera, difficile anche da girare per le troppe risate. Nella scena del ristorante ad esempio si vede che io faccio delle strane smorfie proprio per trattanermi. Ad ogni modo Viaggi di Nozze ha un retroscena malinconico e anche drammatico, se lo si guarda con attenzione”.

Verdone non ha solo sfiorato il dramma, nel caso de "La grande Bellezza", infatti,ha interpretato un ruolo molto malinconico e complesso: “La grande bellezza per me è stato ossigeno puro. Ero in una fase matura, in cui non dovevo imparare niente. Ammiro da sempre il lavoro di Sorrentino, anche da tempi non sospetti, volevo e vorrei fare un personaggio drammatico. Peccato che la signora del bar di ieri non era d’accordo, «Lei è il mio ansiolitico- mi ha detto- è stato bravo nel film di Sorrentino, però basta, torni alla commedia»“

Anche Paola Cortellesi ha interpretato ruoli drammatici come Maria Montessori o in "Maraviglioso Boccaccio": “Io scelgo i ruoli che mi emozionano, di sicuro girare una commedia è diverso da qualsiasi altro genere. Vedere che, durante le riprese, la troupe ride di gusto, fa provare una sensazione di appagamento molto particolare”.

Paola Cortellesi però non è solo un’attrice poliglotta che passa dal padovano di "Un boss in salotto" all’abruzzese di "Scusate se esisto". Infattì si è cimentata proprio nella sceneggiatura di quest’ultimo film: “È un film a cui sono molto legata, tra l’altro il regista Riccardo Milani è uno che frequento (didascalia di Monda, il regista è il marito). Volevamo raccontare una storia che esprimesse la difficoltà per una donna di approcciarsi al mondo del lavoro, attraverso il registro comico. Volevo raccontare la condizione lavorativa di questa donna in modo reale e spesso litigavano con mio marito proprio perché lui era troppo ottimista“.

Ottimista è lo stesso Verdone che ci spiega “Fare commedie dopotutto è scegliere di essere ottimisti, è sforzarsi di esserlo. La commedia è terapeutica, deve essere un’evasione intelligente, magari facendo anche critica di costume“.

La sinergia tra la Cortellesi e Verdone traspare nelle parole gentili che rivolgono all’altro e nella stima reciproca. “Carlo è un regista molto serio e sa quello che vuole, però ti lascia anche spazio. A volte infatti si limita a dire «Paola ora fai tu». Libertà che Verdone da regista a volte non ha avuto, come racconta in relazione al produttore Sergio Leone: “Una volta per una scena non ero abbastanza sudato così Sergio mi disse di fare tre giri intorno al palazzo. Appena si accorse che non li avevo fatti mi diede una sberla. Capitava di scontrarsi con lui, ma era stupendo che a fine giornata, qualsiasi cosa succedesse, diceva soddisfatto “E ora annamo a magna un supplì”.

25/10/2015, 08:54

Marta Leggio