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Al Centro Studi Pasolini di Casarsa “ppp - pianopianissimo”,
l’installazione site-specific di Michele Spanghero


Al Centro Studi Pasolini di Casarsa “ppp - pianopianissimo”, l’installazione site-specific di Michele Spanghero
Venerdě 30 ottobre 2015 dalle 19.30 – all’interno del giŕ ricco calendario di appuntamenti del convegno pasoliniano – il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa ospiterŕ “ppp – pianopianissimo”, un’installazione site specific creata da Michele Spanghero e realizzata con Cinemazero. Partendo dalle migliaia di ore di registrazioni audio con la voce di Pasolini conservate nell’Archivio di Cinemazero, Spanghero ha restituito la voce del poeta alla sua casa d’infanzia. Una trasposizione tra corpo e casa che il pubblico potrŕ scorgere giŕ dalla strada, da dove sarŕ possibile vedere la proiezione de “Il Vangelo secondo Matteo” sulla facciata del Centro Studi, un’eco della performance che Fabio Mauri propose a Pasolini nel 1975, “Intellettuale”, in cui il film che vede la madre Susanna Colussi interpretare il ruolo della Madonna venne proiettato alla GAM di Bologna sul corpo dell’amico. A quarant’anni dalla scomparsa di quel corpo, in occasione delle celebrazione che ricordano in tutto il Paese la morte del poeta, Casa Colussi si carica del ruolo di rappresentarlo (la videoproiezione continuerŕ fino al 2 novembre, anniversario della morte).

Questo l’incipit per l’operazione di Spanghero, che ha selezionato alcuni brani delle interviste di Gideon Bachmann dell’Archivio di Cinemazero e fatto risuonare la voce di Pasolini all’interno della casa materna, in una traslitterazione tra il corpo del poeta e la dimora dell’infanzia, metafora di una presenza in assenza, che diventa fondativa dell’installazione. Creando un cortocircuito tra l’acronimo di Pier Paolo Pasolini composto dalle 3 “p” e la notazione musicale, dove ppp indica il piano pianissimo, ossia una dinamica sonora delicata, l’artista ha fatto sě che le mura dello “stanzone” in cui Pasolini si era ritagliato un angolo silenzioso di lavoro abbiano nuovamente sentito le sue potenti parole risuonare, mentre una trave si impregnava della sua flebile voce.

Anziché catturare i pulviscoli di silenzio che inconsapevoli abitano i luoghi fino a farli suonare, qui Spanghero attiva il processo che porta la voce esistente ad essere indecifrabile, un'eco ancestrale, litania sacra e inaccessibile: la stratificazione del riverbero della voce di Pasolini all’interno della stanza. Solo all'orecchio che si appoggia alla trave viene riconsegnato il pensiero, in un sussurro di capo chino e gesto affettuoso. La scala, quasi un simbolo del Pasolini sul set, qui diventa elemento di congiunzione tra poeta, artista e spettatore, a cui si chiede di salire, elevarsi, per poter cogliere gli estratti selezionati. Intrisa come resina, la presenza nella casa diventa allora palpabile e riconsegna al visitatore un luogo che non č piů solo di affetti, ma tempio votato alla sua memoria, che si sostituisce al corpo di Pasolini e ne custodisce il ricordo. Luogo che difende il suo figlio amato, la cui voce da tanto non vibrava tra queste mura.

27/10/2015, 14:01