Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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TFF33 - Tutti i film della sezione "Festa Mobile"


TFF33 - Tutti i film della sezione
Una scena del film "Brooklyn" di John Crowley
GRAN PREMIO TORINO

SUNSET SONG di Terence Davies (UK/Lussemburgo, 2015, DCP, 135’)
Chris immersa nel giallo di un campo assolato. Chris racchiusa tra le pareti spesse della casa: così l'occhio più malinconico e intenso del cinema britannico (Davies) si avvicina alla protagonista, cresciuta in una famiglia patriarcale della campagna scozzese, con padre violento e madre sottomessa. Tratto da Canto del tramonto (1932) di Lewis Grassic Gibbon e interpretato da Agyness Deyn e Peter Mullan, una storia di radici, di attaccamento alla terra, di combattiva voglia di trovare la propria strada.

DISTANT VOICES, STILL LIVES di Terence Davies (Voci lontane... sempre presenti, UK, 1988, DCP, 85’)
Una famiglia operaia nella Liverpool del secondo dopoguerra. Un padre padrone, una madre silenziosa e amorevole, due sorelle e un fratello legati dall’affetto e separati dalla vita. Il folgorante esordio nel lungometraggio di Davies, dopo i tre corti raccolti nella Terence Davies Trilogy, è un lirico viaggio autobiografico che ricostruisce luoghi e relazioni sociali in maniera portentosa, tra tinelli e canzoni al pub. Uno dei film fondamentali della British Renaissance anni ‘80.

ANTONIA di Ferdinando Cito Filomarino (Italia, 2015, DCP, 96’)
Gli ultimi dieci anni di vita della poetessa milanese Antonia Pozzi (1912-1938): gli studi liceali e la fascinazione, trasformatasi poi in amore, per il professore di greco e latino, l’università e l’incontro con i maestri Vittorio Sereni e Antonio Banfi, la sessualità, l’amore per la montagna e la fotografia, i tormenti fisici e psicologici, il tragico epilogo. Un raffinato ritratto della poetessa già al centro di Poesia che mi guardi di Marina Spada.

AS MIL E UMA NOITES / ARABIAN NIGHTS
VOLUME 1, O INQUIETO / THE RESTLESS ONE di Miguel Gomes (Portogallo/Francia/Germania, 2015, DCP, 125’)
VOLUME 2, O DESOLADO / THE DESOLATE ONE di Miguel Gomes (Portogallo/Francia/Germania, 2015, DCP, 131’)
VOLUME 3, O ENCANTADO / THE ENCHANTED ONE di Miguel Gomes (Portogallo/Francia/Germania, 2015, DCP, 126’)

La trilogia fiume di Miguel Gomes che incarna Le mille e una notte nella notte europea della crisi portoghese. Tre film per un unico percorso tra l'incanto delle narrazioni di Sherazade e la prosa della verità sociale. Nel primo, il regista, incapace di filmare la chiusura di un cantiere navale, fugge nel mito per deridere con ironia buñueliana i potenti dell'economia globale. Nel secondo intreccia storie di vita selvaggia e condominiale con le pene infinite di un giudice pietoso. Nel terzo, infine, trova nei sobborghi di Lisbona nuove libertà e possibili racconti nel canto degli usignoli allevati dal popolo. Geniale e inafferrabile: l’evento della stagione festivaliera internazionale.

BAMBINI NEL TEMPO di Roberto Faenza e Filippo Macelloni (Italia, 2015, DCP, 60’)
Voci, corpi, volti, dalle treccine alla minigonna, dal grembiulino ai jeans. Poi papà autoritari o compiacenti, mamme comprensive o severe, la scuola, gli insegnanti, gli amici, i giochi, quelli scomparsi e quelli futuribili. Un viaggio attraverso l'immagine dell'infanzia a partire dagli anni ‘50 che è anche fotografia delle radicali mutazioni culturali del paese. Costruito da Faenza e Macelloni con i preziosi materiali delle Teche Rai.

BORSALINO CITY di Enrica Viola (Italia, 2015, DCP, 79’)
La storia del cappello più famoso del mondo, da quando nel 1857 Giuseppe Borsalino, conquistato il diploma di maître chapelier a Parigi, tornò ad Alessandria e aprì la prima fabbrica, alla conquista dei mercati internazionali, dalle rivalità con una fabbrica di famiglia concorrente alla nascita del mito, attraverso il cinema hollywoodiano degli anni ‘30. Testimonial eccellenti come Robert Redford, interviste, analisi e soprattutto brani di film, dal muto al XXI secolo, che restituiscono la magia di un indumento intramontabile.

BROOKLYN di John Crowley (Irlanda/UK/Canada, 2015, DCP, 111’)
Anni ‘50: la giovane Eilis lascia l’Irlanda, madre e sorella per cercare fortuna a New York. Dapprima nostalgica e insicura, Eilis si costruisce rapidamente una vita e trova l’amore; ma un ritorno a casa per il funerale della sorella sconvolge nuovamente i suoi equilibri. Da un romanzo di Colm Tóibín adattato da Nick Hornby, il John Crowley di Boy-A confeziona un melodramma elegante con protagonista una Saoirse Ronan che punta dritta all’Oscar.

BURNT / IL SAPORE DEL SUCCESSO di John Wells (USA, 2015, DCP, 100’)
Dalle stelle alle stalle: a Parigi, Adam Jones (Bradley Cooper) è il divo del momento. Chef osannato dal bel mondo ha però atteggiamenti da rock star che causano la sua precipitosa caduta. Poi si rimette in carreggiata e si trasferisce a Londra per ripartire da zero e ottenere finalmente le tre stelle Michelin. Commedia della seconda possibilità con contorno di star Usa (Sienna Miller, Uma Thurman) ed europee (per l’Italia c’è Riccardo Scamarcio).

COMOARA / TREASURE di Corneliu Porumboiu (Romania/Francia, 2015, DCP, 89’)
Mentre legge al figlio la storia di Robin Hood, un uomo riceve una visita dal vicino di casa, che gli chiede di aiutarlo a trovare un fantomatico tesoro sepolto nel giardino della villa di famiglia. Con un metal detector e tante speranze, i due vanno alla ricerca del bottino. Dall’autore di Police, Adjective, una commedia bizzarra ed esilarante che si trasforma poi in magnifica fiaba contemporanea, capace di raccontare storia e presente della Romania.

THE DRESSMAKER di Jocelyn Moorhouse (Australia, 2015, DCP, 118’)
Anni ‘50. Tilly Dunnage (Kate Winslet), sarta dell’haute couture parigina si ripresenta a Dungata, paesino australiano da cui è fuggita, per occuparsi della madre fuori di testa (Judy Davis). Il suo ritorno non passa inosservato e lei ne approfitta per stravolgere il look delle donne del posto e per togliersi parecchi sassolini... Dopo 17 anni, Jocelyn Moorhouse ritorna dietro la mdp con una storia grottesca tratta dal romanzo di Rosalie Ham.

LA FELICITÀ È UN SISTEMA COMPLESSO di Gianni Zanasi (Italia, 2015, DCP, 117’)
Avvocato specializzato nel convincere i manager ad abbandonare le aziende prima di condurle al fallimento, Enrico deve occuparsi di due ragazzini che hanno ereditato l’azienda di famiglia, e che sconvolgono i piani del Cda. Dopo Non pensarci, torna la coppia Gianni Zanasi / Valerio Mastandrea con una commedia amara e intelligente. Nel cast anche Giuseppe Battiston e Hadas Yaron, premiata come Miglior attrice alla Mostra di Venezia per La sposa promessa e al TFF32 per Félix & Meira.

GIULIETTA DEGLI SPIRITI di Federico Fellini (Italia/Francia, 1965, DCP, 150’)
Una moglie tradita si accorge che il suo matrimonio sta andando a rotoli, ma nziché affrontare l marito consulta gli spiriti e dà retta ai pittoreschi personaggi della borghesia romana che la circondano. Rutilante ritratto femminile che assume i colori, le memorie e le visioni della protagonista Giulietta Masina, emblema di una soggettività oppressa dal cattolicesimo e incapace di adattarsi alla realtà. Ultima collaborazione di Fellini con Flaiano.

GULDKYSTEN / GOLD COAST di Daniel Dencik (Danimarca/Ghana, 2015, DCP, 114’)
1836. Frederik Wulff, ufficiale danese e botanico, si trasferisce nell’Africa nera su ordine del re di Danimarca. Ha il compito di monitorare il lavoro in una piantagione di caffé della Costa d’Oro. Scrive all’amata Eleonora del suo tentativo di introdurre il progresso e abolire la schiavitù che cozza con la dura realtà. Visionario affresco su uno dei capitoli più cupi della storia danese, in parte basato sugli scritti di Wulff, con le musiche di Angelo Badalamenti.

HIGH-RISE di Ben Wheatley (UK, 2015, DCP, 112’)
A Londra, un giovane medico è sedotto dallo stile di vita elegante e lussurioso del grattacielo dove ha comprato un esclusivo appartamento al ventisettesimo piano. Ma si accorge presto che tra i piani alti dei super ricchi e i piani bassi dei benestanti covano tensioni esplosive. Uno dei giovani registi britannici più interessanti, Ben Wheatley (Kill List, A Field in England), e un cast all star capitanato da Tom Hiddleston, Jeremy Irons e Sienna Miller per l'adattamento cinematografico del seminale Condominio pubblicato nel 1975 da James G. Ballard.

HONG KONG TRILOGY: PRESCHOOLED PREOCCUPIED PREPOSTEROUS di Christopher Doyle (Hong Kong, 2015, DCP, 85’)
Tre diverse generazioni di hongkonghesi (bambini, giovani, anziani) accontano con parole loro, secondo la loro prospettiva, la storia della città in cui sono nati e cresciuti. Documentario diretto da Christopher Doyle, geniale direttore della fotografia per Wong Kar-Wai e molti altri autori, da tempo residente a Hong Kong. Una messa in scena elegante e raffinata che non soffoca mai una modalità di racconto insolita e coinvolgente e l’amore dell’autore per la città e il suo popolo.

IONA di Scott Graham (UK, 2015, DCP, 90’)
Un ragazzino uccide in uno scatto d’ira il compagno della madre, Iona, mentre la stava picchiando e violentando. Per proteggerlo, lei lo porta nell’isola remota della sua infanzia, dove deve confrontarsi con il suo passato. Un film che ha al suo centro personaggi dolenti e luoghi silenziosi: composto, limpido, asciutto, empatico e mai enfatico. Opera seconda di Scott Graham, già vincitore con Shell del TFF 2012.

JUST JIM di Craig Roberts (UK, 2015, DCP, 84’)
Jim (Craig Roberts) è un adolescente gallese solitario e strambo, che passa inosservato persino ai suoi genitori. Finché trova nel nuovo vicino di casa - un coetaneo statunitense alla James Dean (Emile Hirsch) - un mentore in grado di rilanciarne la popolarità a casa e a scuola: ma i lati oscuri dei due ragazzi avranno il sopravvento. Una commedia nera tra l’acido e il surreale, bizzarra e sbilenca, che segna l’esordio nella regia del ventiquattrenne Roberts, già protagonista dell’acclamato Submarine.

THE LADY IN THE VAN di Nicholas Hytner (UK, 2015, DCP, 104’)
Un'anziana ed eccentrica vagabonda decide di stabilirsi col suo furgone in una strada residenziale, all’interno del vialetto di uno degli abitanti, il commediografo britannico Alan Bennett. Lo scrittore, riservato ma gentile, finisce per accettare l’intrusa che, nel corso di oltre 15 anni, diventa "una di famiglia". Dal libro autobiografico e dalla commedia di Bennett, qui sceneggiatore, una commedia eccentrica di Nicholas Hytner, con una straordinaria Dame Maggie Smith.

LAMB di Ross Partridge (USA, 2015, DCP, 96’)
Un uomo di mezza età in crisi esistenziale – ha appena perso il padre e il suo matrimonio sta andando a rotoli – incontra casualmente in un parcheggio una sfrontata undicenne. Quello che nasce come uno scherzo – un finto rapimento per spaventare gli amici di lei – diventa un’occasione di incontro tra due persone diversamente sole. Seconda regia dell'attore Ross Partridge, anche interprete e sceneggiatore, che sfida con ambigua consapevolezza uno dei più grandi tabù dei nostri tempi.

LONDON ROAD di Rufus Norris (UK, 2015, DCP, 91’)
2006, contea di Suffolk. La tranquilla cittadina di Ipswich sale alla ribalta delle cronache dopo l’uccisione di cinque prostitute. Quando le indagini si concentrano su London Road, portando all’arresto di un suo abitante, i vicini si ritrovano nell’occhio del ciclone. Trasposizione dell’omonimo musical di Cork e Blythe che Norris (attualmente direttore del National Theatre di Londra) ha messo in scena nel 2011, è uno spiazzante ibrido tra musical, film d’inchiesta e thriller. Tom Hardy compare nel ruolo del taxista Mark.

LUCE MIA di Lucio Viglierchio (Italia, 2015, DCP, 82’)
Colpito alcuni anni fa da leucemia mieloide acuta, l’autore ripecorre con lucidità e dolore le tappe e i riti delle terapie a cui si è sottoposto. Un viaggio a ritroso nella malattia e nella paura, accompagnato da un’altra paziente, Sabrina, una combattente indomita che l’ha aiutato a capire in profondità il senso della vita. Insieme a loro, i familiari e gli infermieri e i medici dell'Ospedale Mauriziano di Torino. Una messa in scena coraggiosa e lontana dall'autocommiserazione.

ME AND EARL AND THE DYING GIRL di Alfonso Gomez-Rejon (USA, 2015, DCP, 105’)
Greg frequenta il liceo e passa gran parte del suo tempo con il suo amico Earl a girare parodie di film classici. L’amicizia con Rachel, nuova compagna di classe gravemente malata, cambia la sua vita. Un coming of age in perfetto equilibrio tra lacrime e sorrisi. Opera seconda di uno dei registi delle serie tv Glee e American Horror Story, è stato uno dei maggiori successi al Sundance di quest’anno, dove ha vinto, tra gli altri, il Premio del pubblico.

THE MEDDLER di Lorene Scafaria (USA, 2015, DCP, 100’)
Marnie Minervini (Susan Sarandon), newyorkese da poco rimasta vedova, decide di raggiungere la figlia (Rose Byrne) a Los Angeles. Dopo lo shock iniziale, il trasloco sulla West Coast si trasforma in un nuovo inizio. Imparerà a essere meno ficcanaso - questa la traduzione del titolo - nella vita della figlia, anche grazie all’incontro con un poliziotto (J.K. Simmons). Dramedy ispirata alla vita della regista, con una Susan Sarandon scatenata e commovente.

NASTY BABY di Sebastián Silva (USA, 2014, DCP, 100’)
Freddie e Mo sono una coppia gay che cerca di avere un figlio con l'aiuto di Polly (Kristen Wiig), migliore amica del primo: la cosa genera tensioni tra loro, che crescono anche per via di un vicino svitato e aggressivo. L'eccentrico Sebastián Silva (sceneggiatore, regista e interprete) firma una commedia che lentamente ma inesorabilmente si tinge di nero, angoscia e paranoia, fino a un finale spiazzante e quasi horror. Produce Pablo Larraín.

NIE YINNIANG / THE ASSASSIN di Hou Hsiao-Hsien (Taiwan/Cina/Hong Kong, 2015, DCP, 104’)
Cina, IX secolo, dinastia Tang. Una giovane donna, educata alle arti marziali da una monaca e trasformata in spietata assassina, deve scegliere tra l’obbedienza alle regole e le ragioni del cuore. Grande ritorno di Hou Hsiao-Hsien, con un film di straordinaria eleganza compositiva; un wuxia al femminile in cui l’azione si alterna con una solenne ma mai enfatica rappresentazione di un’epica lontana. Magnifica la protagonista Shu Qi. Premio per la migliore regia a Cannes 2015.

OGGI INSIEME DOMANI ANCHE di Antonietta De Lillo (Italia, 2015, Blu Ray, 88’)
Di cosa parliamo quando parliamo d’amore? Antonietta De Lillo pensa a Carver e, dopo Il pranzo di Natale del 2011, realizza il suo nuovo "film partecipato", sulla vita sentimentale di coppie, singoli, comunità. Numerosi i contributi arrivati (della durata massima di 3 minuti) per un’inchiesta sull’amore ai tempi della crisi: video, corti, filmini di famiglia, foto che propongono riti collettivi e personali come matrimoni, cerimonie, anniversari, ma anche separazioni e traumi.

PHANTOM BOY di Jean-Loup Felicioli e Alain Gagnol (Belgio/Francia, 2015, DCP, 84’)
Bambino leucemico in cura all’ospedale scopre di avere dei superpoteri: il suo sangue malato gli consente di staccarsi dal corpo a mo’ di fantasma. Svolazzando per New York, diventa il braccio destro di un poliziotto in sedia a rotelle che dà la caccia a un gangster pagliaccio che sta ricattando la città. Secondo film di animazione degli autori di Un gatto a Parigi (2010), che omaggiano il noir classico e il mondo dei supereroi per ripensare a fondo l’infanzia, la malattia e il coraggio.

POD ELECTRICHESKIMI OBLAKAMI / UNDER ELECTRIC CLOUDS di Alexey German Jr. (Russia/Ucraina/Polonia, 2015, DCP, 130’)
Sette capitoli intrecciati nella Russia desolata e in rovina del 2017. Protagonisti, due giovani eredi di un oligarca, un operaio Kyrgyz, un architetto in crisi, una guida museale yeltsiniana, una dodicenne rapita. Con livida e pittorica messa in scena, Alexey German Jr. firma un apologo potente e quintessenziale, astratto e concretissimo assieme, sulla Russia di ieri, di oggi, e quella possibile di domani. Storia e arte allo stato puro.

PRIMA CHE LA VITA CAMBI NOI di Felice Pesoli (Italia, 2015, Blu-Ray, 80’)
Cosa succedeva tra i giovani di Milano e dintorni dalla seconda metà degli anni ‘60 a quella degli anni ‘70? Insieme alle proteste, agli scontri, alle assemblee, esplodeva anche un movimento vitale e creativo legato alle suggestioni hippie. Un viaggio a ritroso tra materiali d'epoca e interviste attuali, per non dimenticare i beatnik e i figli dei fiori nostrani, Re Nudo e i raduni sul Lambro, la musica e la poesia che volevano cambiare il mondo.

LA RÉSISTANCE DE L’AIR / THROUGH THE AIR di Fred Grivois (Francia/Belgio, 2015, DCP, 98’)
Campione di tiro pieno di debiti e di guai in famiglia diventa sicario per conto di un falso amico misterioso. I soldi gli fanno comodo ma dopo un paio di missioni non può più ignorare la differenza fra sparare e uccidere. Noir dai risvolti morali che ha la lucidità del teorema unita all’energia negativa del genere. Opera prima scritta dallo sceneggiatore di Jacques Audiard e girata da un suo collaboratore abituale. Con Reda Kateb e Tchéky Karyo.

RITORNO A SPOON RIVER di Nene Grignaffini e Francesco Conversano (Italia, 2015, DCP, 104’)
Nel 1915 uscì l'Antologia di Spoon River, una raccolta di poesie nella quale lo scrittore Edgar Lee Masters raccontava la vita degli abitanti di una cittadina immaginaria del Midwest, sotto forma di epitaffi. Testo celeberrimo, tradotto in italiano negli anni ‘40 da Fernanda Pivano. A cent'anni di distanza, gli abitanti di Lewinston e Petersburg, nell'Illinois, rileggono il testo, immersi nei loro ambienti familiari; mentre le immagini raccontano ancora una volta l'America di provincia.

STINKING HEAVEN di Nathan Silver (USA, 2015, DCP, 70’)
Anni ‘90, New Jersey. Persone con problemi di dipendenza di vario genere si riuniscono in una sorta di comune, diretta da una coppia. Tra autoanalisi quotidiana e metodi poco ortodossi, ogni giorno è una nuova scommessa e i fragili equilibri raggiunti sembrano sempre sul punto di saltare. L’opera quinta di Nathan Silver (in concorso al TFF27 con The Blind), girato in video e in 4:3, è un'analisi lucida e nervosa delle relazioni (e delle disfunzioni) umane.

SUFFRAGETTE di Sarah Gavron (UK, 2015, DCP, 106’)
Nell’Inghilterra di inizio Novecento cresce la ribellione delle donne per la disparità di trattamento rispetto agli uomini. Maud (Carey Mulligan), moglie e madre che lavora in un lavatoio, si unisce alle rivendicazioni – tra cui il diritto di voto - del movimento di disobbedienza sociale guidato da Emmeline Pankhurst (Meryl Streep in un cameo appassionato). Forse il primo film che racconta questo pezzo di storia senza arretrare davanti alle violenze di cui le suffragette furono artefici e vittime.

TANGERINE di Sean Baker (USA, 2015, DCP, 88’)
Vigilia di Natale a Hollywood: un'irruente trans scopre che il suo ragazzo ha approfittato dei giorni che ha passato in galera per tradirla con una donna e, insieme a un'amica, si mette alla ricerca del fedifrago per punirlo. Dall'autore di Prince of Broadway e Starlet (TFF 2008 e 2012), un viaggio travolgente e talvolta esilarante nei sobborghi di Tinseltown, girato in 18 giorni con l'iPhone 5S. Irresistibili le due protagoniste e il tassista armeno che le aiuta, tormentato dalla suocera impicciona.

TE PROMETO ANARQUÍA / I PROMISE YOU ANARCHY di Julio Hernández Cordón (Messico, 2015, DCP, 88’)
Amici d'infanzia e amanti occasionali, due skaters ciondolano per Città del Messico; se la cavano trafficando in sangue al mercato nero ma, quando involontariamente consegnano cinquanta persone agli emissari di un cartello della droga, il loro mondo crolla. Melodramma metropolitano che ha il colore del sangue e l’andamento laconico del piano sequenza, diretto dall'autore di Las Marimbas del infierno (TFF 2010) e Polvo. Colonna sonora vintage, dallo slowcore di Galaxie 500 al pop latino di Los Iracundos.

TERRORE NELLO SPAZIO / PLANET OF THE VAMPIRES di Mario Bava (Italia/Spagna, 1965, DCP, 88’)
Due navi interplanetarie atterrano sul misterioso pianeta Aura, popolato da forze vitali che spingono gli astronauti a uccidersi a vicenda per potersi incarnare nei loro corpi. Ormai un classico del fanta-horror italiano, che punta tutto sulla suggestione scenografica e sulle raffinatezze stilistiche, esercitando influenze illustri (l’immagine dello scheletro gigante riaffiorerà in Alien). Co-sceneggiato da Alberto Bevilacqua e Callisto Cosulich.

TRAGICA ALBA A DONGO di Vittorio Crucillà (Italia, 1950, DCP, 37’)
Girata nel 1950 dal giornalista milanese con una troupe di attori non professionisti (molti dei quali erano stati presenti agli avvenimenti reali), la ricostruzione delle ultime ore di Benito Mussolini, dal tentativo di fuga in Svizzera, alla cattura, l'ultima notte e la fucilazione. Mai uscito, perché la censura andreottiana lo bloccò ostinatamente, considerato perduto per decenni, rintracciato da Alberto Farassino nel magazzino di uno dei produttori, oggi restaurato dal Museo del Cinema di Torino.

WEST AND SODA di Bruno Bozzetto (Italia, 1965, Blu-Ray, 86’)
Pistolero complessato riporta la pace in una cittadina del vecchio West tenuta in pugno da Il Cattivissimo, un ricco proprietario terriero che usurpa le terre e semina il terrore. Raffinato lavoro sui cliché del genere western che batte sul tempo Sergio Leone e anticipa di dieci anni le parodie di Mel Brooks. Esordio strepitoso dell’allora ventisettenne padre dell’animazione italiana: un gioiello di umorismo, cinefilia e trovate grafiche, in versione restaurata per il 50° anniversario.

YA TAYR EL TAYER / THE IDOL di Hany Abu-Assad (UK/Palestina/Qatar/Olanda, 2015, DCP, 100’)
La vita di Mohammad Assaf a Gaza e la sua partecipazione al talent Arab Idol nel 2013. Un’edizione seguitissima che portò l’allora cantante ventiquattrenne in finale, tenendo con il fiato sospeso milioni di palestinesi, che poi si riversarono nelle strade di Ramallah per festeggiare la sua vittoria. Dal regista di Paradise Now, una storia di formazione, sulla realizzazione di un sogno le cui valenze politiche diventano simbolo collettivo di speranza e pace.

PALCOSCENICO

HAMLET (UK, 2015, DCP, 210’)
La celebre tragedia di William Shakespeare rivive in questa nuova versione presentata dal National Theatre e andata in scena al Barbican di Londra fino allo scorso 31 ottobre. A vestire i panni del principe di Danimarca è Benedict Cumberbatch (The Imitation Game), che con la sua sfaccettata interpretazione ha conquistato critica e pubblico. La regista Lyndsey Turner inserisce Nat King Cole come colonna sonora e attualizza con una finalità politica dichiarata.

MORITURI di Daniele Segre (Italia, 2015, Blu-Ray, 75’)
Tre donne si incontrano (e scontrano) al cimitero, davanti ai loculi dei defunti. C’è Nora, zitella che predilige il dialogo con i morti a quello con i vivi, Aurora, divorziata che ruba i fiori dalle tombe e Olimpia, vedova con qualche scheletro nell’armadio. Il terzo “quadro” (dopo "Vecchie" e "Mitraglia e il Verme") della trilogia di Daniele Segre è una commedia nera e amara a inquadratura fissa girata (e messa in scena) nell’ex cimitero di San Pietro in Vincoli a Torino.

SEXXX di Davide Ferrario (Italia, 2015, DCP, 72’)
Il punto di partenza del nuovo lavoro di Davide Ferrario è l’omonimo spettacolo ideato dall’eclettico coreografo Matteo Levaggi, andato in scena nel 2013 alla Lavanderia a Vapore di Collegno e al Teatro Elfo Puccini di Milano, e incentrato sul corpo, il sesso, i limiti e le pulsioni dei corpi. Ferrario lo trasforma in un film che non è semplice documentazione del balletto, ma diventa a sua volta, una sinuosa, incalzante riflessione sul corpo e sullo sguardo.

STAGE DOOR di Gregory La Cava (Palcoscenico, USA, 1937, 35mm, 92’)
Terry Randall, aspirante attrice di scarso talento, sbarca a New York in una pensione per teatranti. Vuole conquistare Broadway e, grazie al denaro del padre, ottiene il ruolo da protagonista in uno spettacolo, sottraendolo però a una collega più dotata. In scena, Terry rivela inaspettate doti. Dramma e commedia convivono nel classico di La Cava, tratto da una pièce teatrale, con interpreti in stato di grazia: insieme alla Hepburn, Ginger Rogers e Adolphe Menjou.

ORSON WELLES

CITIZEN KANE (Quarto potere, USA, 1941, DCP, 119’)
La storia del magnate della stampa Charles Foster Kane secondo la ricostruzione di un giornalista incaricato di dare un senso all’ultima parola da lui pronunciata: “Rosebud”. Il primo lungometraggio di Welles è una pietra miliare nella storia del cinema, capace di tradurre in stile fotografico (la profondità di campo) e narrativo (la struttura a multipli e frammentati flashback) il mistero impenetrabile rappresentato dalla vita di un uomo. Il film dei film, in versione restaurata.

MR. ARKADIN (Rapporto confidenziale, Francia/Spagna/Svizzera, 1955, 35mm, 93’)
Il miliardario Arkadin si serve di un avventuriero per rintracciare i complici delle sue antiche malefatte e farli sparire a uno a uno. Acrobatica summa di tutte le ossessioni wellesiane, dal funebre tema dell’uomo di potere rinchiuso nella sua reggia dorata all’impiego sfrenato del più vasto repertorio di barocchismi visivi. Memorabile Welles in barba finta che racconta la favola della rana e dello scorpione. È sua la voce che doppia Misha Auer.

TOUCH OF EVIL (L’infernale Quinlan, USA, 1958, 35mm, 95’)
Poliziotto messicano in viaggio di nozze assiste a un attentato al confine fra Messico e Stati Uniti. Decide di indagare, ma il suo metodo si scontra con quello meno ortodosso del capitano Quinlan. Virtuosistico thriller nero pece aperto dal piano sequenza più famoso della storia del cinema e chiuso dall’enorme cadavere galleggiante di Welles, che interpreta un personaggio tragico, dalle inflessioni shakespeariane. Con lui il vigoroso Charlton Heston l'enigmatica Marlene Dietrich e l'indifesa Janet Leigh.

PREMIO "CIPPUTI" ALLA CARRIERA

NUOVE TERRE - CASCINA CARLO ALBERTO di Francesca Comencini (Italia, 2015, file, 18’)

NUOVE TERRE - ORTO DEI RAGAZZI di Francesca Comencini (Italia, 2015, file, 16’)

NUOVE TERRE - TENUTA DELLA MISTICA di Francesca Comencini (Italia, 2015, file, 14’)

IN FABBRICA di Francesca Comencini (Italia, 2007, DigiBeta, 73’)
Dietro il cancello di una fabbrica anni Cinquanta una massa di lavoratori si prepara ad entrare. All'interno, la precisione di gesti e modi del lavoro, ma anche le aspirazioni, delusioni e speranze di ciascuno dei protagonisti di questa Italia nascosta, dal Sud al Nord, dal dopoguerra a oggi. Affettuoso mosaico di volti e dialetti che riscopre con intelligenza un patrimonio umano e culturale. Realizzato con i materiali delle Teche Rai e Aamod.

PREMIO "MARIA ADRIANA PROLO"

K di Lorenza Mazzetti (UK, 1953, video, 28’)

TOGETHER di Lorenza Mazzetti (UK, 1956, video, 52’)

Lorenza Mazzetti è stata una delle figure più eclettiche della cultura europea contemporanea. Scrittrice e pittrice, fu tra i firmatari del manifesto del Free Cinema con Lindsay Anderson, Tony Richardson e Karel Reisz. In occasione della consegna del Premio Prolo, il TFF la omaggia con la proiezione del corto K, ispirato a Kafka, e di Together, film sperimentale a cavallo tra documentario e finzione, che racconta l’East End londinese visto attraverso gli occhi di due sordomuti.

11/11/2015, 14:16