Fondazione Fare Cinema
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Note di regia di "In viaggio con le tabla"


Note di regia di
La musica indiana ha iniziato il suo viaggio verso l’Occidente all’inizio del ‘900, quando i primi maestri indiani, grazie alla sensibilità e alla lungimiranza di studiosi e appassionati di musica che ne intuivano il valore e l’importanza, hanno iniziato a tenere concerti in Europa e negli Stati Uniti. Alain Danielou, grande etnomusicologo e studioso in particolare di musica indiana, è stato fra i primi a creare un punte tra India e Occidente con la istituzione della Fondazione Harsharan, un centro studi tuttora attivo a Zagarolo, nelle vicinanze di Roma. Da allora, sia in Europa che negli Usa, sono nati molti altri istituti per l’insegnamento della musica indiana, fra i quali segnaliamo quello creato ad Assisi dal Maestro Gianni Ricchizzi, grande conoscitore di musica indiana, la “Sarasvati House”. Il documentario nasce dal desiderio di raccontare il viaggio di uno straordinario musicista indiano di Tabla, Sanjay Kansa Banik, che dal 2006 vive stabilmente a Roma, senza lasciarsi intimorire dalle mille difficoltà dell’integrazione nel nostro paese, caparbiamente superate giorno per giorno grazie alla sua tenacia e alla sua arte. Ho voluto ripercorrere il suo percorso artistico, iniziato in India all’età di cinque anni, un percorso che si è nutrito della sua naturale curiosità e versatilità, e che lo ha portato a instaurare un fecondo scambio con la musica occidentale, attraverso la collaborazione con numerosi musicisti di varia estrazione, dalla musica classica al jazz fino alla musica popolare (un incontro particolarmente felice è stato quello con l’Orchestra Di Piazza Vittorio di Roma. Attraverso la storia di Sanjay ho voluto esemplificare la condizione di tanti musicisti stranieri di talento che vivono a Roma e in Italia, oltre che testimoniare la ricchezza che il suono delle sue tabla ha portato in Occidente. La musica è di per se stessa una grande occasione di incontro e di reciproca integrazione, per la sua naturale vocazione ad accogliere le diversità, a non temerle, creando preconcette barriere o confini, anzi ad utilizzarle per dar vita a nuovi linguaggi artistici. Il documentario è anche la storia di un ragazzo, di un uomo, che non si è fermato davanti a nessun ostacolo e a nessun sacrificio pur di inseguire e realizzare il suo sogno. E strumento, letteralmente, del suo sogno sono state le Tabla, una coppia di percussioni originarie dell’India del Nord, una dal suono grave e l’altra acuto, che permettono l’articolazione di una grande varietà di toni e una notevole complessità di intrecci ritmici.

Simone Mariani