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IQBAL - Michel Fuzellier: "Una storia
per i bambini di tutto il mondo"


Michel Fuzellier a Torino per gli incontri con le scuole del Sottodiciotto Film Festival


IQBAL - Michel Fuzellier:
Michel Fuzellier - Foto Carlo Griseri
"La storia di Iqbal è stata scelta dal produttore", spiega Michel Fuzellier nell'intervista concessaci nel corso della sua presenza a Torino per gli incontri con le scuole organizzati dal Sottodiciotto Film Festival a contorno delle proiezioni del suo film "Iqbal - Bambini senza paura". "Aveva acquistato anni fa i diritti del libro di Francesco D'Adamo e ci teneva a farne un film d'animazione".

Ci sono voluti anni per portare sullo schermo quella storia, diventata negli anni '90 simbolo della lotta contro il lavoro minorile. "Prima per trovare i fondi per il film, poi quattro anni e mezzo, per capire quale fosse il giusto tono della sceneggiatura e poi per la lavorazione: volevamo fare un film su un tema importante, uscendo un po' dai canoni classici dell'animazione, era una storia da raccontare, una scommessa che abbiamo voluto cogliere. Dovevamo raccontare la crudezza della storia vera o addolcirla un po' per coinvolgere anche i bambini più piccoli? Era difficile, per esempio, non far passare tra i cattivi i genitori di Iqbal per averlo venduto, ma il centro della questione non era questo. Abbiamo quindi cambiato alcuni aspetti, trovato il tono giusto e deciso di concludere la nostra "favola" nel momento più positivo, con Iqbal che denuncia e fa arrestare i fuorilegge" (nella realtà è stato poi ucciso per questo suo gesto, NdI).

Scelta azzeccata, perché i bambini si entusiasmano per ciò che Iqbal ha fatto da vivo. "Spero che usciti dal cinema, a scuola o a casa, si informino su tutto quanto d'altro c'è in questa storia. Non vuol essere un documentario. Ho voluto fare il film con la tecnica del 3D, ma non possiamo competere con la qualità Pixar, sia chiaro: il disegno animato però, per sua natura, porta alla caricatura, e io invece volevo altro, volevo più delicatezza e nessun exploit di animazione, quindi ho preferito il 3D. Le scenografie invece sono disegnate, perché quelle in 3D sono troppo reali e avrebbero stonato: volevo la mia libertà, quella che dà il disegno, nelle prospettive, nei colori, nei cambiamenti di scena. Non volevo essere legato".

Al Sottodiciotto Film Festival le risposte dei bambini sono state molto positive. "Visto l'impegno e il tempo necessario per farlo vorrei che il film avesse un buon risultato di pubblico, anche se so che è difficile. Penso possa aver vita lunga nel circuito delle scuole: spero abbia una sua funzione, che diverta e interessi i ragazzi, che venga loro voglia di interessarsi a ciò che succede nel mondo".

21/11/2015, 01:23

Carlo Griseri