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MADELEINE - Due sorelle in cerca di un padre


Dopo l'anteprima nazionale a Piemonte Movie, il film è atteso al BAFF 2016. Opera seconda del duo Mario Garofalo-Lorenzo Ceva Valla, autori nel 2011 dell'apprezzato "Ainom". Due sorelle italofrancesi si ritrovano sole, alla ricerca del padre e di un equilibrio familiare latente.


MADELEINE - Due sorelle in cerca di un padre
Madeleine
Era la fine del 2011 quando un piccolo film italiano, girato a quattro mani da Mario Garofalo, documentarista, e Lorenzo Ceva Valla, direttore della fotografia, iniziò a girare il mondo e a farsi faticosamente strada a suon di premi. Quel film si chiama "Ainom", e resta uno dei migliori esordi del cinema indipendente italiano di questi ultimi anni.

Sono passati anni da allora, molti dei quali i due autori hanno passato a cercare di completare la realizzazione della loro opera seconda, "Madeleine". Dopo una lunga serie di problematiche, l'arrivo in corsa di una co-produzione ungherese e un avvio di promozione all'estero (la prima mondiale è stata a Bangkok a novembre), il film - ancora in attesa di una distribuzione italiana - ha iniziato il tour nazionale, prima in chiusura di Piemonte Movie gLocal Film Festival (è stato girato a Torino e in Piemonte) e subito dopo al BAFF Busto Arsizio Film Festival.

I passi avanti in termini di produzione, di mezzi a disposizione e di capacità di costruire la scena sono evidenti, "Madeleine" vanta una fotografia di qualità, location ben scelte e un lavoro importante sul sonoro (anche se un po' "schiacciato" dalla quasi onnipresente colonna sonora...).

Madeleine e Sophie sono due giovani sorelle, mamma francese e padre italiano. Genitori separati, vivono in Francia ma d'estate stanno col padre. O, meglio, con la nonna, da cui il genitore le abbandona: quando l'anziana si sente male, e interviene un medico poco rassicurante, le due dovranno farsi carico di responsabilità maggiori del previsto e cercare insieme di ricucire tutte le ferite, proprie e di chi sta loro intorno.

Bel lavoro di casting per la scelta delle due ragazze, interpretate dalle esordienti Chloé Thill e Adele Zaglia, e anche degli adulti (specie il padre, Marco Cacciola). Quello che non coinvolge appieno, mentre sulla carta potrebbe sembrare l'aspetto più semplice, è proprio la storia delle due giovani, con cui si fatica a entrare in empatia. Le emozioni rimangono solo nella teoria, non si "materializzano".

La loro ricerca, la loro fuga, sono ridotte a pochi attimi del racconto, che privilegia la prima fase di attesa a discapito dei suoi sviluppi. Dispiace, perché il materiale c'era e le interpreti anche, e avrebbe potuto essere un completo passo avanti rispetto all'opera d'esordio.

14/03/2016, 20:14

Carlo Griseri