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Su Rai Storia alla scoperta della Basilicata
"Itinerari della Bellezza"


Su Rai Storia alla scoperta della Basilicata
Lambita da due mari, lo Ionio e il Tirreno, custodisce le tracce di un profondo confronto tra Occidente e Oriente. Alla regione Basilicata č dedicata la puntata di “Itinerari della bellezza”, il programma di Rai Cultura in onda lunedě 4 aprile 2016 alle 21.30 su Rai Storia.

Il viaggio parte da Maratea sulla costa tirrenica e, attraverso i boschi del monte Vůlture, un vulcano spento da trecentomila mila anni, conduce a Monticchio nell’Abbazia di S.Michele dove i primi eremiti basiliani hanno incontrato i monaci benedettini e dove Federico II ha cavalcato accompagnato dal suo fedele falcone. Entrambi sono ritratti nella cripta di Santa Margherita, scavata nel tufo vulcanico. A Melfi il castello di Federico II si presenta come una possente cittŕ bastionata e turrita. Qui, tra eroi e divinitŕ, riposa anche una giovane donna vissuta molti secoli prima: Emilia Sauro, figlia di Cecilia Metella e sposa di Pompeo. Da Melfi si giunge a Venosa, dove un silenzio sacrale avvolge il tempio del “non finito” l’Incompiuta, l’Abbazia della Trinitŕ iniziata nel sesto secolo e mai portata a termine. La Chiesa Nuova e la Chiesa Vecchia, innestata su di essa, si appoggiano l’una all’altra. Da Venosa e i suoi mosaici si passa ad Acerenza, dove l’imponente cattedrale nasconde una primitiva chiesa paleocristiana, a sua volta eretta sul luogo dove sorgeva un tempio pagano dedicato a Ercole Acheruntino. Il percorso si snoda, infine, lungo le Dolomiti Lucane, uno spettacolo della natura che ha segnato per secoli la fantasia popolare. A Pietrapertosa e Castelmezzano, i profili delle montagne cambiano forma a seconda della luce e dell’ombra e hanno nomi fantasiosi: Aquila reale, Civetta, Grande Madre, Incudine, Bocca del leone. A spingersi lassů sono stati per primi gli Arabi che all’inizio del IX secolo hanno sfruttato le rocce come difesa, costruendo il loro castello per dominare la valle del Basento. Dentro la roccia, invece, lungo le pareti della Cripta del Peccato Originale a pochi chilometri da Matera, monaci e artisti hanno dipinto uomini e santi, immersi in una flora rigogliosa. Qui si trova anche la chiesa bianca di Santa Maria de Idris. Nella sua cripta, come in molte altre nella zona, č raffigurato l’incontro del monachesimo orientale con gli eremi benedettini. Lungo il fiume Gravina sono centinaia le grotte naturali trasformate dai monaci benedettini e bizantini in chiese rupestri. Oriente e Occidente, architettura romanica-bizantina e cultura araba si fondono anche nella chiesa di Santa Maria di Anglona, situata sopra un colle che domina le vallate del Sinni e dell’Agri. Proprio come nell’antico borgo di Tursi, incastonato in un paesaggio lunare di crete e calanchi, dove nella chiesa di Santa Maria Maggiore, lo scultore Altobello Persio ha plasmato la la pietra per dare forma alla Sacra Famiglia. Il viaggio si conclude a Metaponto, nel Tempio delle Tavole Palatine, dove duemila e cinquecento anni fa, gli allievi di Pitagora hanno vissuto alla ricerca dell’armonia con l’universo.

03/04/2016, 17:31