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CANNES 69 - Woody Allen e gli altri


CANNES 69 - Woody Allen e gli altri
Il Festival di Cannes, in assoluto la prima manifestazione cinematografica al mondo, con i suoi quarantamila accreditati tra cui ben 4500 rappresentanti dei media inaugura mercoledì 11 maggio al Palais des Festivals Grand Théâtre Lumière la sua 69. edizione con Café Society di Woody Allen. L’ottantunenne regista di Manhattan, battendo ogni record, segna la sua terza inaugurazione: nel 2002 con Hollywood Ending, nel 2011 con Midnight in Paris e quest’anno con Café Society.

Da Manhattan del 1979 a Irrational Man dello scorso anno e Café Society di quest’anno, il regista, sceneggiatore, attore e clarinettista jazz, di origine ebraica, marcherà la sua 15. presenza sulla Croisette con film unicamente fuori concorso. Senza dubbio, Il filosofo Allen non ama la competizione.

La sua carriera cinematografica iniziò nel 1965 con What’s New Pussycat? del quale fu sceneggiatore e attore principale. Inoltre egli ha girato un film ogni anno per 40 anni ed è stato premiato 20 volte all’Oscar, ma non ha mai ritirato la statuetta. I suoi ultimi film, graditi o no, conoscono sempre successo. Inoltre gli ultimi sono più impregnati di umorismo e meno di elucubrazioni pseudo filosofiche. Quelli in cui figura solo come regista e non come attore sono più godibili. Si spera che Café Society sia di una buona annata come lo è stato Irrational Man nel 2015, lungometraggio che ha fatto pensare, ma che ha anche divertito. L’ultimo Woody Allen narra la storia di un giovane intelligente e intraprendente, che sbarca a Hollwood negli anni 30 con la speranza di lavorare nell’industria cinematografica, ma che si fa ammaliare dal Café Society, genere di spettacolo prediletto dalla società dandy da una parte e dall’altra dell’Oceano, descritta magistralmente da Francis Scott Fitzgerald nel Grande Gatsby e in Tenera è la notte e filmata con altrettanta bravura da Baz Luhrman.

Café Society oltre ad un di un cast di ottimi attori quali Kristen Stewart, Jesse Eisenberg Steve Carell… si avvale un direttore della fotografia di rinomanza mondiale: Vittorio Storaro vincitore di ben tre Oscar: Apocalypse Now di Francis Ford Coppola nel 1980, Reds di Warren Beatty nel 1982 e L’ultmo Imperatore di Bernardo Bertolucci nel 1988. Per la prima volta nella storia del Festival La Palma d’Oro verrà proiettato come film di chiusura.

I film ambiscono alla Palma d’Oro, il premio più prestigioso nel mondo del cinema, quest’anno sono 20, dei quali ben 13 di registi europei . La cinematografia italiana che lo scorso anno contava ben tre lungometraggi, quest’anno è assente dal Concorso. Però si rifa in Un Certain Regard con Pericle, il Nero di Stefano Mordini e nella Quinzaine des Réalisateurs dove è presente con ben 3 film: La Pazza Gioia di Paolo Virzì con Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi, Fiore di Claudio Giovannesi e in apertura di kermesse Fai bei sogni di Marco Bellocchio pellicola tratta dal romanzo di Massimo Gramellini.

L’Italia è presente anche nella sezione Classics del Festival con le pellicole Signore e Signori di Pietro Germi, Terrore nello spazio di Mario Bava e un documentario sulla famiglia Coppola, The Family Whistle di Michele Russo.

La Svizzera può contare su due film d’animazione Ma vie de Courgette di Claude Barras e Bei Wind und Wetter di Remo Scherrer, ma soprattutto della luminosa presenza dell’attrice Martha Keller presidente della giuria di un Certain Regard.

03/05/2016, 13:59

Augusto Orsi