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VENEZIA 73 - Le "Indivisibili" di Edoardo De Angelis


Da un soggetto di Nicola Guaglianone, autore anche della sceneggiatura con barbara Petronio e lo stesso regista, arriva alle Giornate degli Autori il terzo film di De Angelis. Un nuovo viaggio nella Campania contemporanea per parlare di scelte e di ricatti morali. Con Angela e Marianna Fontana, Antonia Truppo, Peppe Servillo e le musiche di Enzo Avitabile. In sala dal 29 settembre con Medusa


VENEZIA 73 - Le
Angela e Marianna Fontana in "Indivisibili"
I film italiani partono male. Il soggetto, la sceneggiatura sembrano spesso arrangiati, adattati a misteriose esigenze produttive o a fantomatici gusti del pubblico. O semplicemente sono scritte da incapaci.

Non è il caso di Nicola Guaglianone che, dopo il successo del "suo" Jeeg Robot, sarà a Venezia e a Toronto, autore del soggetto di "Indivisibili" e della sceneggiatura, insieme a Barbara Petronio e al regista Edoardo De Angelis.

"Edoardo ed io siamo completamente diversi - dice Guaglianone - io ho una visione tragica della vita ma quando scrivo scelgo ironia e leggerezza, lui invece è un ottimista che quando scrive vede tutto nero. Ma lavorare insieme è stata una buona esperienza. Ho portato nel progetto di scrittura Barbara Petronio perché ci siamo accorti che il punto di vista di una donna era indispensabile per raccontare la coppia protagonista. Ci chiedevamo di cosa parlassero, che so, la sera prima di andare a letto due sorelle... con lei abbiamo acquisito la giusta femminilità dei personaggi".

Come hai avuto l'idea del film?

"La storia mi era venuta in mente leggendo un articolo del New York Times che parlava di uno che aveva vissuto per due mesi con due sorelle siamesi. Poi è maturata l'idea che era giusto ambientarlo in Campania, ad esempio nel villaggio Coppola di Castelvolturno, e a quel punto chi meglio di Edoardo De Angelis per dirigerlo? Gli parlai dell'idea e dopo qualche tempo mi richiamò e mi disse che la storia lo interessava e da lì è partito il progetto".

Come avete sviluppato la storia?

"Avevo cominciato a pensare a questa storia come a una favola neorealista. Racconta di due ragazze siamesi che vivono in Campania facendo le cantanti neomelodiche in giro per feste di paese, battesimi e matrimoni, con la famiglia che campa grazie a loro. Una famiglia organizzata intorno a loro con il padre impresario la madre parrucchiera e lo zio costumista; un gruppo che viveva grazie a loro. Edoardo si è trasferito tre, quattro mesi a Castelvolturno per entrare nell'ambiente e cogliere le atmosfere".

Cosa ti ha attratto di queste due ragazze?

"Sono nato a Napoli e malgrado sia ateo e razionalista, sono affascinato dalla superstizione di natura, per me il gobbo porta fortuna... le due ragazze le ho vestite di un'aura magica e di superstizione. Quando decidono di dividersi devono far accettare la loro scelta ai genitori ma vanno incontro al ricatto morale della famiglia, dalla quale, in realtà, nessuno riesce a liberarsi. "A 18 anni potrete decidere", dicono, poi il termine diventa "finché sarete in casa farete quello che diciamo noi..." insomma quando devi scegliere arriva il ricatto morale e parlandone con Edoardo, su questo punto, ci siamo ritrovati. E poi c'è un discorso filosofico, due persone legate che non sono neanche abituate a dire io ma soltanto a dire noi, quando possono decidere di separarsi si capisce che cominciano a diversificare anche il carattere. La possibilità di scegliere rende le persone indipendenti".

Hai visto il film, cosa ti è sembrato?

"Mi ha molto emozionato. Non pensavo... e poi, oltre alla coppia protagonista di ragazze, Angela e Marianna Fontana, mi è piaciuta molto Antonia Truppo, che avevo conosciuto in Jeeg Robot e che ho suggerito a Edoardo per il ruolo di Titti. Lui si è subito innamorato dell'attrice e l'ha presa. È bravissima. Poi le musiche di Enzo Avitabile, parte fondamentale del film, sono di grande qualità. Insomma un bel film".

Dopo Indivisibili a cosa stai lavorando?

"Ho appena finito il nuovo film di Ficarra e Picone, sto ultimando il nuovo di Luca Miniero e finendo suburra la serie e poi sto scrivendo il nuovo di Gabriele Mainetti, anche questo, come il primo, tratto da un soggetto scritto da me".

26/08/2016, 09:00

Stefano Amadio