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L’AMORE RUBATO - Il film di Irish Braschi da Dacia Maraini


Un cast importante per far riflettere su un tema tanto attuale: la violenza sulle donne. Tutto in un film evento che verrà proiettato il 29 e il 30 Novembre


L’AMORE RUBATO - Il film di Irish Braschi da Dacia Maraini
Alessandro Preziosi e Stefania Rocca in "L'amore rubato"
"L’amore rubato" di Irish Braschi liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Dacia Maraini che, come racconta il regista, “È nato su un aereo diretto a Bordeaux dove presentavo insieme a Dacia un documentario sulla sua vita. Ci abbiamo messo il cuore nel realizzare questo film” aggiunge Braschi “e se siamo riusciti a sensibilizzare, stimolare o anche spingere una donna a prendere coscienza e a denunciare quello che le succede penso che siamo riusciti a fare il nostro dovere, il cinema è anche questo”

Cinque le storie che s’intrecciano, dove le protagoniste sono donne, diverse per età, per rango, ma accomunate dallo stesso male: la violenza subita.
La prima storia è quella di Marina (Stefania Rocca) che, accompagnata dal marito Luigi (Alessandro Preziosi) e dal figlio Giacomo, viene trasportata d’urgenza all’ospedale per un braccio rotto a causa di una brutta caduta come sostiene il coniuge. Una famiglia che vista da fuori sembra perfetta, ma che all’interno nasconde violenze e maltrattamenti che inevitabilmente si ripercuotono anche sul piccolo.
La seconda è Alessandra (Elisabetta Mirra), una giovane liceale che dopo essere stata abusata da un gruppo di ragazzi della stessa scuola viene ricattata tramite i video fatti con lo smartphone.
La terza racconta di Gesuino (Massimo Poggio) e Angela (Elena Sofia Ricci), un incontro fortuito sulla spiaggia fa scoccare la scintilla. I gesti romantici dell’uomo, come una rosa sulla macchina, dopo poco però si tramutano in scatti di ira e gelosia di fronte ad una compagna che ritiene superiore a lui.

Le ultime due ragazze Alessandra (Chiara Mastalli) ed Anna (Gabriella Pession), età simile, ma di diversa estrazione sociale. La prima violentata dal suo Padrone (Antonello Fassari) viene costretta al silenzio per non perdere il suo posto di lavoro alla piscina. La seconda invece è un’attrice che subisce non solo la violenza fisica del suo ragazzo, una famosa rockstar (Francesco Montanari), ma anche quella psicologica arrivando ad annullarsi completamente e ad abbandonare la cosa che più le piace, il teatro.

Sessanta minuti forti, intensi, veloci ma incisivi che lasciano dentro lo spettatore un senso di angoscia e di smarrimento. Il messaggio del film arriva forte, sensibilizza su quanto questo male possa attaccare le persone più impensabili senza fare alcuna distinzione, tra poveri, ricchi, deboli o forti. tutte potenziali vittime della violenza di genere.

Fanno rabbrividire i dati Istat e questo non è passato inosservato alla scrittrice Maraini “nel mio libro volevo cercare di vedere la violenza dall’interno, capire come nasce. Non credo che tutti gli uomini siano carnefici e tutte le donne vittime, ma credo in un fatto storico, partendo dall’ antichità, che alcuni uomini identifichino la loro virilità con il possesso e quando questo viene messo in discussione è allora che succede il finimondo”.

Per Elena Sofia Ricci “È compito della società, quindi nostro: delle mamme, dei papà, delle scuole, delle istituzioni, della burocrazia, che deve snellirsi, deve velocizzarsi, affinché le denunce non passino da una scrivania ad un'altra per magari mesi, mesi e mesi finché è troppo tardi”

28/11/2016, 11:00

Alfredo Toriello