FALCHI - Napoli, la lotta tra il bene e il male
Toni D’Angelo torna a Napoli. E lo fa con un racconto che parla dell’amicizia tra due poliziotti, i "
Falchi", quegli agenti che in moto pattugliano le strade dei quartieri pericolosi.
Un tragico incidente in un’azione di polizia sta segnando la vita di Francesco,
Michele Riondino, mentre per Peppe,
Fortunato Cerlino, il malessere è causato dal pessimo vizio dei combattimenti clandestini tra cani.
L’atmosfera da cattivo tenente, tutta pasticche, alcol, prostitute e, appunto, scommesse, riempie la vita dei due polizotti che però, sul lavoro, cercano in ogni modo di comportarsi con correttezza, consapevoli di essere dalla parte del giusto e che le loro strane abitudini rientrano nella sfer dell'umana debolezza.
Ambientare oggi a Napoli un film sulla malavita è sempre pericoloso, perché la tendenza è quella di copiare il già fatto o, al contrario, ci si sforza di non copiare, perdendo la specificità della città. Involontariamente, atmosfere, cadenze, temi riportano facilmente alla mente tanti film e serie tv e anche se si prova in ogni modo a inserire fattori diversi, il risultato finisce per essere sempre molto simile.
Anche nel film di
Toni D’Angelo si conferma la tendenza ad impostare i personaggi su un atteggiamento monolitico: ho subito un trauma? Allora soffro per l’intero arco della vita e del film, perdendo ogni spazio per altri stati d’animo o sensazioni. Una fissità emotiva dei personaggi che ingessa gli attori, lasciando loro a disposizione pochissime alternative espressive.
28/02/2017, 17:27
Stefano Amadio