Carlo Delle Piane in "Chi Salverà le Rose"
Cesare Furesi, il regista, insieme a
Guido Furesi con la collaborazione di
Paola Mammini, si sono forse fatti prendere la mano dalla scrittura e hanno esagerato con i dialoghi. "
Chi salverà le rose?" , anche se molto simile nella struttura a un altro film sardo, “Bianco di Babbudoiu”, avrebbe potuto viaggiare sulle atmosfere, sulle sensazioni, su quei paesaggi e tramonti di Alghero che vengono elogiati (anche qui a parole) nel film. Invece alle situazioni chiarissime e a dei personaggi attuali e credibili, regista e sceneggiatori aggiungono fiumi di parole, come a temere che la faccenda e il messaggio risultino poco chiari.
Le parole poi, al cinema, bisogna saperle dire e, mentre
Carlo Delle Piane (al suo ritorno in un film dopo parecchio tempo) gioca con il suo stile dubbioso, carico di sospensioni e pause creando un personaggio di grande qualità, gli altri fanno fatica a rendere omogenee e spontanee le battute, trasformandosi spesso in dicitori più che in interpreti.
Se
Lando Buzzanca (Claudio), malato terminale, dal suo letto esagera con espressioni e faccette per sopperire all’indisponibilità dei movimenti, il suo compagno
Carlo Delle Piane (Guido) rende la sua quotidianità di ottantenne curiosa e spesso divertente.
La storia si sviluppa intorno a una crisi finanziaria che sarà risolta con il ritorno al tavolo da poker di Guido, detto l’avvocato, personaggio che arriva direttamente da Regalo di Natale e sequel di
Pupi Avati. Una partita conclusiva e utile per far crescere il nipote di lui (Marco) coinvolto nell’impresa si salvare la famiglia. Un poker un po’ lacunoso nello sviluppo e con parecchie incongruenze che farebbero storcere il naso a un vero giocatore.
Chi salverà le rose?, mostra l’evidente voglia di fare cinema, ma inciampa troppo spesso in una scrittura poco accorta che fa fatica a passare da un soggetto credibile a una sceneggiatura scorrevole e priva di pesantezze.
13/03/2017, 14:28
Stefano Amadio