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Presentata la seconda edizione di Cinevasioni
- Festival del Cinema in Carcere


Presentata la seconda edizione di Cinevasioni - Festival del Cinema in Carcere
“Alla libertà piace nascondersi”: si è aperta con la video poesia realizzata dai detenuti partecipanti al corso Ciakincarcere la conferenza stampa di presentazione di Cinevasioni, Festival del Cinema in Carcere oltre che laboratorio, percorso di formazione e riabilitazione che si tiene nella Casa Circondariale della Dozza.

Domani 4 aprile si concluderà il corso Ciakincarcere avviato ad ottobre, mentre il Festival Cinevasioni si terrà dal 9 al 14 ottobre 2017.

Oggi, nella sede della Fondazione del Monte che sostiene fortemente il progetto, è stata illustrata questa esperienza, giunta al suo secondo anno, unica in Italia a portare la cultura del cinema all’interno della realtà del carcere e ad aprire il carcere agli autori, studiosi e attori.

E’ un progetto cui teniamo molto, è l’esempio di quello che deve essere il lavoro di una Fondazione di origine bancaria oggi” Con queste parole Giusella Finocchiaro, Presidente della Fondazione del Monte, ha dato il via alla presentazione insieme a Filippo Vendemmiati, Direttore Artistico del Festival. “Abbiamo raccolto un’idea, l’abbiamo fatta diventare un progetto, l’abbiamo fatta partire e intorno ad essa abbiamo aggregato altri soggetti. E’ un progetto che cresce ed è l’esempio di come questo lavoro incida sulla realtà e porti a ricadute positive sul territorio”, ha proseguito Giusella Finocchiaro. “Abbiamo acceso un faro sul carcere, illuminando non solo i problemi macroscopici dei detenuti ma anche quelli del personale che parimente va assistito e accompagnato. Abbiamo accompagnato Hera, nuovo partner del progetto, ad occuparsi di quella realtà. Siamo orgogliosi di questo lavoro, è quello che le fondazioni di origine bancaria ora devono fare.

Sulla stessa lunghezza d’onda Claudia Clementi, Direttrice della Casa Circondariale della Dozza: “Il carcere insieme alla Fondazione è riuscita ad aggregare dei soggetti che di solito non collaborano tra loro. Siamo abituati a pensare il carcere fuori dai circuiti cittadini, invece in questa occasione diventa un polo di aggregazione di energie. Realizziamo così il nostro mandato, consentendo ai detenuti di utilizzare il tempo in maniera proficua, fornendo strumenti attraverso cui potersi costruire un futuro diverso.”

Claudia Clementi ha raccontato lo sforzo immenso dal punto di vista organizzativo che ha caratterizzato la scorsa edizione del Festival, che ha avuto un enorme successo proprio per la sua formula: unire in platea il pubblico in arrivo dall’esterno e quello interno al carcere. Proprio per consentire il mantenimento di questo format, il festival si svolgerà in ottobre.
Il corso finirà domani ma proseguirà con la realizzazione di un cortometraggio”, ha annunciato Filippo Vendemmiati, che si è soffermato sul protagonismo dei detenuti. “Al corso hanno partecipato in quindici e saranno loro i giurati che valuteranno le opere presentate al Festival.”

Da Angelita Fiore, Direttrice Scientifica del Festival, è arrivata la sottolineatura della relazione tra “fuori” e “dentro” che è la peculiarità del progetto. E dato che proprio questa caratteristica richiede un livello di organizzazione e partecipazione del personale del carcere molto impegnativo, il ringraziamento è andato a tutti gli operatori del carcere, dalla Direzione a tutti gli agenti di Polizia Penitenziaria.

Seduti in prima fila, due partecipanti al progetto di quest’anno: Claudio Cipriani e Davide Pagenstecher. Claudio ha ottenuto la semi libertà proprio grazie a questo suo impegno e frequenta il DAMS, Davide sta svolgendo del volontariato in una società di produzione cinematografica, anche lui in regime di semi libertà). “Da quando abbiamo iniziato, con il nostro piccolo contributo, cinque persone hanno iniziato un percorso alternativo alla detenzione e questo ci fa molto piacere”, ha precisato Vendemmiati.
Per Davide l’auspicio è che “il corso diventi un trait d’union per reintrodurre le persone nella società, seguendo lo spirito della Costituzione che prevede che la pena sia uno strumento di riabilitazione”, Claudio ha raccontato che il progetto “ha messo in relazione detenuti di diversa etnia e aiuta a sconfiggere gli stereotipi”.

Uno sguardo sul futuro e su quella che sarà la terza edizione del Festival. L’organizzazione insieme al nuovo partner Hera sta ragionando sulla possibile ristrutturazione, per quella occasione, della sala cinematografica all’interno della Dozza, perché possa essere a disposizione dei detenuti quotidianamente.
Potrebbe chiamarsi “Atmosfera”… Ma ne parleremo prossimamente.

Da oggi il bando per la partecipazione a Cinevasioni è on line sul sito: www.cinevasioni.it e la pagina www.facebook.com/cinevasioni/.

03/04/2017, 19:38