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Note di regia di "Paura non Abbiamo"


Note di regia di
Partendo dalla storia di Anna e Angela, Paura non abbiamo narra l’Italia degli anni Cinquanta attraverso le lotte per i diritti delle donne e del lavoro, la repressione poliziesca nei confronti dei lavoratori, i racconti dei prigionieri politici. Il film è al tempo stesso un documen- tario storico e un film carcerario in assenza, nel quale il carcere è pre- sente unicamente come luogo simbolico della memoria. All’epoca, Bologna è la roccaforte comunista in Italia e come tale rappresenta una minaccia all’ordine costituito della Guerra Fredda.

Le tensioni tra governo centrale e amministrazione comunale, sfocia- no in una vera e propria repressione poliziesca volta a contenere comportamenti non allineati con il pensiero dominante. Il documentario racconta una delle epoche più controverse dello scenario politico italiano e internazionale, attraverso le testimonianze dei prigionieri politici incarcerati nel carcere di San Giovanni in Monte, oggi Dipartimento di Storia dell’Università, e attraverso la voce de- gli storici che, a sessant’anni di distanza, lavorano all’interno di quelle stesse celle per riportare alla luce le storie dimenticate delle migliaia di persone che negli anni Cinquanta lottarono per i propri diritti e per quelli delle generazioni future.

Le vere protagoniste del film sono le donne, impegnate nella difesa dei propri diritti di lavoratrici e cittadine, interpreti di quell’anomalia bolognese che le vedeva impiegate nell’industria metalmeccanica al pari degli uomini, contrariamente agli stereotipi prevalenti. Si è scelto di utilizzare esclusivamente fotografie come materiali d’archivio, perché più emblematiche e puntuali rispetto ai filmati coe- vi nel raccontare le vicende narrate; inoltre, cristallizzando l’attimo documentato durante lo scatto, contribuiscono a sottolineare la con- tinuità spaziale dei luoghi della memoria, rimasti architettonicamente immutati ma completamente rifunzionalizzati. Stilisticamente, alle carrellate virtuali delle fotografie del passato fanno eco le carrellate negli ambienti al presente, indagati con tale minuziosità da renderli veri e propri personaggi.

Andrea Bacci