!Xš‚‰

Note di regia di "A Symphony for Rossini: Il Turco in Italia"


Note di regia di
"A Symphony for Rossini: Il Turco in Italia" è un corto sperimentale in cui l' animazione incontra la grande tradizione culturale italiana della opera lirica. La sinfonia che Gioacchino Rossini ha scritto per l'opera buffa Turco in Italia diventa protagonista insieme alla computer grafica. L' idea nasce dal volere sperimentare l'avvicinamento di uno dei capisaldi della cultura italiana conosciuta in tutto il mondo, l'opera lirica, con le nuove tecnologie che offrono le arti visive. Questo progetto nasce quindi durante la produzione che i teatri dell' Aslico (Teatro Fraschini di Pavia, Teatro Ponchielli di Cremona e Teatro Sociale di Como) hanno messo in scena. Essendo scenografa e creative director del progetto, da tempo sto portando avanti nel mio percorso artistico personale il discorso della interdisciplinarità delle arti. La scenografia-animazione in computer grafica diventa quindi protagonista insieme alla drammaturgia del libretto dell'opera di Rossini.
La computer grafica segue perfettamente le note e i tempi musicali, creando atmosfere di volta in volta poetiche che raccontano la storia narrata dall'opera buffa: nella città di Napoli un poeta è alla ricerca di ispirazione per la sua storia. Di sequenza in sequenza il suo taccuino prenderà forma attraverso chine animate, fogli che volano, schizzi dei personaggi, vedute della città ad acquerello., creando meraviglia visiva agli occhi dello spettatore durante il piacevole ascolto della musica.
Proiettato sullo sfondo appare dapprima un calamaio e poi una penna stilografica la quale lascia cadere due gocce di inchiostro che si spandono con tecnica tipica dell’acquerello: i disegni che prendono vita, si dissolvono in immagini successive e variano perfettamente integrati sulle note della sinfonia. L'intento di queste animazioni è soprattutto quella di coinvolgere lo spettatore facendogli vivere la genesi dell’opera accanto al poeta - da libretto Prosdocimo – che altri non è se non lo stesso Felice Romani, librettista di questo capolavoro rossiniano.

Monica Manganelli