Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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BRIANZA FILM CORTO FESTIVAL VI - I vincitori


BRIANZA FILM CORTO FESTIVAL VI - I vincitori
La premiazione del Brianza Film Corto
Premio Giuria Brianza Film Corto 2017 a:
PRIMA CHE L'ORA CAMBI di Morgan Menegazzo (1976, Rovigo) e Mariachiara Pernisa (1981, Lugo di Romagna)
Motivazione: Per l'utilizzo del mezzo cinematografico nel formato ridotto e per aver saputo oltrepassare il genere ed aver operato in modo autonomo e personale nella costruzione di un prezioso lavoro sul tempo e sulla percezione della luce e della sua assenza.

L'Associazione Culturale Bmovies assegna la Menzione Speciale "Paolo Marzorati" a:
NAUSICAA di Alessandro Melchionda (1979, Milano)
Motivazione: Per avere usato in modo sensibile la tecnica cinematografica nell'esplorare i diversi orizzonti di due figure femminili che affidano agli elementi della natura la possibilità di trovare un equilibrio nel rapporto reciproco.

L'Associazione Culturale Bmovies assegna la Menzione Speciale "Mondi Fantastici" a:
FERRUCCIO, STORIA DI UN ROBOTTINO di Stefano De Felici (1981, Milano)
Motivazione: Per la capacità nell'utilizzo del mezzo tecnico e la poesia espressa in un contesto artificiale e fantastico, non trascurando il passato cinematografico e letterario di genere.

Lo Specchio Scuro - Rivista di Cinema Online - Il Fondatore Alberto Libera assegna la Menzione Speciale "Lo Specchio Scuro" a:
BUONAVISIONE di Edoardo Genzolini (1991, Assisi)
Motivazione: Per aver compreso come il mezzo cinematografico sia un vero e proprio specchio del nostro immaginario e aver dato forma ad una memoria provata pescando a piene mani dall’inesauribile bazar delle nostre visioni.

Per il Mosaico - Associazione Di Persone Diversamenteabili - Dario Borgonovo per il Presidente Fabio Terraneo assegna la Menzione Speciale "il Mosaico" a:
SENZA OCCHI, MANI BOCCA di Paolo Budassi (1972, Roma)
Motivazione: Alla disabilità motoria, sensoriale, cognitiva si và sempre più sommando la disabilità derivante da traumi psicologici, mancanza di una equilibrata educazione affettiva o carenza in generale di un contesto favorevole (disagio sociale).
Il corto ben rappresenta questo mondo, e offre molteplici spunti di riflessone.
- I protagonisti spesso hanno difficoltà nel capire e gestire il proprio disagio. La fragilità a volte, è data dalla somma di molteplici cause concatenate tra loro nel tempo( l’ abuso genera la chiusura e il silenzio, la madre non “regge” la situazione diventando violenta causando l’allontanamento della figlia e l’inizio di un viaggio all’interno di altre famiglie alla ricerca di senso e serenità). Il percorso di uscita a volte è lungo e tortuoso e pone le basi sulla fiducia, l’empatia e la forza della relazione.
- La psicologa/professionista mette in campo la relazione cercando di garantire un spazio “protetto” ma è solo quando raggiunge nel tempo un rapporto empatico e di prossimità “ …come stai? Ma cosa ti è successo?...” che offre a Bianca una maggiore garanzia di fiducia e appoggio alle sue fragilità.
- L’urlo della protagonista di fronte al mare (l’incognito?) esprime la forza compressa di un dolore profondo, che si trasforma in bisogno/desiderio fisiologico di respirare aria di normalità. Lacrime e carezze, dolore e fiducia nell’essersi ritrovati.
In conclusione : “…la gente ha paura di quelli come me …”scrive la protagonista alla psicologa…
ma noi siamo tra quella gente?
Il cortometraggio di Paolo Budassi è un bel contributo nel tratteggiare realtà di vita complesse e nel tendere ad una società maggiormente inclusiva.

12/11/2017, 14:56