Fabio Rovazzi in "Il Vegetale" di Gennaro Nunziante
Malgrado
Gennaro Nunziante abbia notato quanto siano stati sprecati gli sforzi cinematografici dei nuovi fenomeni venuti dai social, leggi
Game Therapy/Pills/Jackall e youtubers vari, anche lui ha commesso lo stesso errore, gettando il cantante virale
Fabio Rovazzi (Andiamo a comandare) in un film come protagonista, senza troppo badare al resto.
Scritto dallo stesso
Nunziante (da solo…) Il vegetale racconta la storia di un giovane di oggi, istruito al punto giusto ma del tutto privo di reale rapporto con il mondo che lo circonda, solamente più gentile degli altri e fiducioso nel prossimo al limite della stupidità. I suoi sforzi, neanche troppi, per trovare un
lavoro a Milano lo portano, con la sua laurea in tasca, nel mondo della pubblicità e, dopo un colloquio in giacca e cravatta con un pool di attenti dirigenti, finisce per consegnare volantini suonando i citofoni per farsi aprire il portone.
Chiunque non accetterebbe, chiunque lascerebbe dopo due giorni, lui no, la prende con impegno e gentilezza fino ad ottenere uno stage
in mezzo ai campi di pomodori (anche qui in giacca e cravatta) e alle pecore al pascolo.
Insomma non c’è speranza lì fuori, ciò che hanno lasciato quelli della generazione di
Nunziante ai giovani d’oggi è un mondo esaurito e mentre alcuni, coetanei del regista, si sforzano ancora a creare qualcosa per noi e per gli altri, lui bolla una generazione intera per giustificare, anche in modo poco originale, la sua sceneggiatura de "
Il vegetale".
Il film è leggero, la storia si appende a un filo sottilissimo con i passaggi narrativi e temporali fragili e discontinui, i personaggi stereotipati, troppa voce narrante e droni inutili.
Fabio Rovazzi, con la sua faccia ingenua e gentile, non basta a convincere i
cattivi matusa, ma soprattutto i milioni di vittime della nostra cupidigia, ragazzi, con il presente bruciato dai vecchi, che lo hanno glorificato (gratuitamente) attraverso milioni di visualizzazioni su
youtube. Riuscirà Nunziante a portarli al cinema (5/7 euro) e a coprire il budget produttivo di 5 milioni? Speriamo per lui.
14/01/2018, 13:11
Stefano Amadio