Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
!Xš‚‰

ECCE (H)OMO, GUERRIERI - Al Festival delle Arti di Ferrara


ECCE (H)OMO, GUERRIERI - Al Festival delle Arti di Ferrara
Ecce (H)omo, Guerrieri
Il 3 marzo 2018 sarà presentato a Ferrara il video di "Ecce (H)omo, Guerrieri", intensa opera di Kyrahm per il Festival delle Arti a cura di Francesca Mariotti con il Patrocinio del Comune di Ferrara e Ferrara Film Commission.
Film di una performance avvenuta dal vivo nel 2016 a Roma nel Palazzo Falletti e a Venezia per il Venice International Performance Art Week a cura di VestAndPage, una reunion dei nomi della body art storica e recente tra cui Marina Abramovic, Stelarc, ORLAN, Franko B, Marce-lì Antunez Roca, Yoko Ono, Marilyn Arsem.

Kyrahm, una delle protagoniste della performance e della live art italiana, ha affrontato il delicato tema della fragilità umana mostrando la crudezza poetica della vita attraverso un’opera sull’Amore, che nasce durante un travagliato periodo di problemi di salute dell’artista.
L’opera si svolge entrando di stanza in stanza ed il pubblico si trova ogni volta a fare i conti con le proprie emozioni più recondite: nella prima room, una donna nonostante la malattia trova la forza di condividere un messaggio di speranza. Sono parole che l’artista Pepijoy ha voluto lasciare al mondo: tutti i protagonisti di quest’opera hanno preso parte al percorso performativo mostrando volontariamente se stessi senza pelle. Nessuno interpreta un ruolo. Ognuno di loro è. Perchè la performance art, a differenza del teatro, è verità.
C’è Lilli, attivista LGBT che ha fatto ascoltare al pubblico le cassette con la voce registrata della compagna Teresa, persa dopo 23 anni d’amore: “attraverso questa performance mostro la mia parte più vulnerabile e la condivido con le persone, senza paura, è una dimostrazione di con coraggio le proprie fragilità.
Una donna di mezza età osserva il proprio volto segnato dal tempo e ripercorre la sua esistenza, forte il contrasto tra la caducità del suo corpo e l’intensità del suo sguardo ed ancora più estrema la contrapposizione tra una madre che gioca con la sua bambina e un figlio che si prende cura della madre anziana. La stessa neonata figlia di due madri è presente nella stanza di Lilli in un rimando struggente tra morte e vita, presenza e assenza.
Nell’ultima stanza un soprano intona “Lascia ch’io pianga” di Hegel mentre Kyrahm stringe in una Pietas iconografica un ragazzo disabile, Nicola Fornoni, artista e performer.
Fondamentale è il ruolo della voce: la voce di chi non c’è più, la voce che cambia con il tempo e la malattia, il soprano lirico che accompagna ed eleva. Altrettanto importanti i silenzi: quando il soprano smette di cantare, Nicola e Kyrahm abbandonano la posizione della Pietas, si abbandonano ad effusioni e baci e si trasformano in amanti. Cacciato lontano è ogni pietismo, c’è spazio solo per un atto d’amore.

17/02/2018, 11:23