NOME DI DONNA - Quando la soluzione è dire tutto


In sala dall'8 marzo il nuovo film di Marco Tullio Giordana che racconta la storia di una donna che non si arrende davanti alla violenza subita. Cristiana Capotondi è la protagonista, vittima sul lavoro che denundia e intraprende una battaglia non solo personale contro l'abuso. Per l'attrice " Il tema del film riporta alla necessità che abbiamo di fare pulizia all'interno del mondo del lavoro. In sala con Videa


NOME DI DONNA - Quando la soluzione è dire tutto
Cristiana Capotondi in "Nome di Donna"
Dall'8 marzo, in occasione della festa della donna, è in sala l'ultima opera di Marco Tullio Giordana, scritta da Cristiana Mainardi e interpretata da Cristiana Capotondi. La scelta della data di uscita non è ovviamente casuale, questo perché "Nome di donna" è un film che si pone l'obiettivo di raccontare la condizione femminile nel mondo del lavoro, esortando all'azione e insinuando una speranza, sebbene un finale dolce e amaro, un “finale alla Dino Risi” a detta dello stesso Giordana.

Cristiana Capotondi interpreta Nina, una giovane donna, madre di una bambina, che lascia Milano per trasferirsi in un paesino della Lombardia, dove ha trovato lavoro in una prestigiosa casa di riposo. Un ambiente tranquillo, immerso nella campagna, che si trasformerà in un luogo ostile nel momento in cui Nina subirà un abuso da parte del dirigente della struttura dove lavora. La protagonista, a differenza di chi la circonda, non accetterà di tacere o fingere non sia accaduto e dovrà fare i conti con chi, invece, questa realtà non vuole farla emergere.

Un film che non racconta solo l’abuso di per sé ma si concentra sulla solitudine che una denuncia del genere può scatenare, illustrando una battaglia che troppo spesso è uno (in questo caso “una”) contro tutti ed è raramente equa ma, nonostante ciò, non è necessariamente persa in partenza. Si vuole raccontare una donna che non abbassa la testa davanti a una violenza, che non si demoralizza davanti al muro solido del potere ma vuole abbatterlo ed è disposta ad accettarne le amare conseguenze, con un coraggio che tutti dovrebbero mostrare.

Come sempre Giordana parte da un elemento che diventa causa e conseguenza di un racconto più ampio, in cui si vuole ritrarre la società in cui viviamo: in questo film non c’è solo la condizione femminile, c’è il precariato, il potere, l’omertà, l’ignoranza e tante altre realtà del nostro paese che, come tante piccole pennellate, disegnano un quadro più grande. 
Un film che si muove lento e senza effetti speciali, con la sola intenzione di essere autentico e sincero.


Elisa Pulcini

10/03/2018, 08:50