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Note di regia di "Spiderboy"


Note di regia di
Una scena di "Spiderboy"
“Spiderboy” e un cortometraggio che cerca di esplorare i primi sentimenti di amicizia, di amore, di delusione e di sconfitta di due bambini di nove anni: Mattia, con una grande macchia di angioma rossastra sul viso e Amira, una bambina di origine eritrea, rimasta orfana dopo la strage dei migranti avvenuta nel canale di Sicilia, nell'aprile 2015. Tutti e due, per cause diverse ma entrambe molto gravi, si trovano a dover affrontare l’ingresso in “società” e a doversi confrontare con i compagni di scuola. Compito molto difficile, soprattutto se i bambini sono fastidiosi e provocatori come il trio Diego, Valerio e Alessio.
Le difficoltà, per-, sono presto superate dal fatto che, Mattia ed Amira, si comprendono l’uno con l’altra. A tal punto da riuscire a formare un'alleanza solida e combattiva. Infatti, l 'obiettivo dei due piccoli e duplice: quello di farsi accettare e quello di riuscire ad integrarsi nella classe. Mattia ed Amira vogliono condividere la vita con i compagni, ma presto si rendono conto che per farsi accettare e necessario anche farsi rispettare. In effetti, i due protagonisti , trovano il
coraggio di reagire e di attuare una piccola vendetta verso il trio molesto.
La struttura narrativa non e lineare: il racconto si sviluppa durante il viaggio in macchina per arrivare a scuola, Mattia e accompagnato dal padre Gabriele e Amira dalla madre adottiva Federica. Durante il percorso in auto i bambini, attraverso la voce off, raccontano, attraverso le immagini, l’iter scolastico e conoscitivo. La scelta di utilizzare la voce narrante ha un preciso significato: i due bambini non parlano, non hanno battute. Questo per sottolineare l’isolamento che vivono con il resto della comunità, a tal punto da crearsi un mondo fantastico.
Mattia ha capito che la sua macchia, che in medicina si chiama spider angioma, ha un significato preciso e la verità e proprio quella che gli ripete spesso il dottore: “Tu sei il figlio segreto di Spiderman”. E sarà proprio tramite quello S piderboy che, il bambino, cercher( la forza dentro se stesso. Invece Amira ha una lumaca per amica con la quale a volte, parla-
Il progetto non intende trattare le tematiche, seppur gravi, con pietismo o drammaticit( ma piuttosto con quella leggerezza e quell’istinto che sono propri dei bambini, il punto di vista mantenuto per tutto il cortometraggio e quello di Mattia e Amira.
Il pensiero dei due protagonisti si e concretizzato e formato grazie alle numerose interviste che sono state effettuate a molti bambini, di nove anni, sulle due tematiche principali trattate: la guerra e l'amore.
Mattia, alla fine, avr( una grande dimostrazione di amicizia da parte di Amira che, con le tempere, si dipinge una grande macchia rossastra sulla guancia. Proprio lei, che capisce perfettamente che anche l'amico non e integrato nella classe, esattamente come non lo e lei. Questa dimostrazione e la prova, per Mattia, che l'amicizia esiste e che e importante che gli altri ci accettino per quello che siamo.
Il finale, che sboccia in un tripudio di colori, non vuole essere un “happy ending” ma piuttosto una delle soluzioni possibili, un arcobaleno di vittorie, sconfitte, amicizie, denti blu e macchie rossastre. Alla fine anche i cattivi, che sono stati puniti, trovano un punto di forza nella diversit(. Diego, infatti, si difende annunciando che i denti sono diventati blu perché sono i suoi denti da Xmen.
Inoltre, Mattia, capisce perché l’amore e importante: “Il mio papà mi dice sempre che la cosa piu importante nella vita e l'amore, io ho capito cos'e: l'amore e quando dai un sacco di ovetti di cioccolato a qualcuno, senza volere che l'altro li dia a te e il cuore fa tu-tu-tu-tu.”
Forse, i compagni, accetteranno Mattia in futuro, che e un bambino normale con una grande macchia sul viso. Intanto, e sicuro che la sua compagna di avventura non lo lascer( piu, perché come dice Amira: “Anch'io ho capito che cos'e l'amore: e quando due amici si piacciono e quindi si amano. E quando diventano vecchi sono ancora amici, anche se si conoscono da anni.”

Linda Fratini