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Note di regia di "Macbeth - Neo Film Opera"


Note di regia di
Una scena del film "Macbeth - Neo Film Opera"
Il film č stato girato in un bianco e nero “espressionista”, accentuando i chiaroscuri, le ombre, le ambientazioni allucinate, e ponendo l’attenzione sui volti degli interpreti prima ancora che sui loro corpi. I primi piani, che scrutano la psiche dei personaggi, si alternano a immagini della natura di ampio respiro, per sottolineare la provvisorietŕ dell’uomo e delle sue ambizioni di fronte a ciň che lo circonda e lo sovrasta. La struttura portante del film si basa sull’utilizzo del montaggio e dei suoni, in un rapporto inscindibile: la musica non si limita a fare da colonna sonora alle immagini, ma le immagini stesse creano una “colonna visiva” per le musiche, la recitazione si basa su precise scansioni ritmiche e ogni elemento sonoro si amalgama completamente con la sua controparte visiva. Uno dei maggiori riferimenti per questa nuova interpretazione č l’antica tragedia greca, nella quale parola, musica e danza raggiungono la massima simbiosi. Questa l’essenza del ‘neo film opera’.

Per la prima volta sullo schermo Macbeth č interpretato da una donna, l’attrice teatrale Susanna Costaglione, che plasma un personaggio androgino, sospeso in un mondo da incubo, divorato dalla sua solitudine. Nel cast anche l’attore e doppiatore Franco Mannella nel ruolo di Macduff, la musicista e attrice Irida Gjergji Mero in quello di Lady Macbeth e il regista teatrale Claudio Di Scanno in quello di Banquo. Le scenografie, i costumi e gli oggetti di scena sono opera dell’artista Gianni Colangelo MAD e di Antonella Pal, che si sono ispirati all’immaginario steampunk anche con l’ausilio di materiali di risulta. Il film č stato realizzato in maniera indipendente e con un budget ridotto, girato per la maggior parte in un’ex fabbrica abbandonata nel comune di Popoli e in varie location all’interno dei parchi naturali d’Abruzzo in soli otto giorni di riprese, mentre il montaggio ha richiesto oltre sei mesi di lavoro. All’infuori dei personaggi principali, il resto del cast č composto da attori non professionisti alla loro prima esperienza cinematografica.

L’opera ha ricevuto una recensione entusiastica sulla storica rivista “Filmcritica”, č stato inserito dal critico cinematografico Alessandro Cappabianca nella classifica dei dieci migliori film del 2016 ed č citato nel nuovo libro di Cappabianca “Metamorfosi dei corpi mutanti”, edito da Timěa. «Al suo primo lungometraggio, Daniele Campea affronta il tema/Macbeth, giŕ trattato da una serie di giganti del cinema (Welles, Kurosawa, Polanski, Bela Tarr) e dei suoi dintorni (C. Bene), arrivando a un risultato di assoluta originalitŕ. Prima cosa che viene in mente, di fronte al suo “Macbeth Neo Film Opera”: non ha niente a che fare col cinema italiano corrente, anzi, non ha niente a che fare con le pratiche correnti del fare cinema oggi, in Italia e fuori. Č un oggetto speciale, che sembra provenire da un altro mondo, o da un altro tempo».
Alessandro Cappabianca – “Filmcritica” (estratto)

Daniele Campea